Gen 26

 

 

Line up: Kent Hilli – vocals, John Roth – guitars, Mike Brignardello – bass, David Huff – drums

Tracklist: Shifting Time, Let Our Love Win, Never Die Young, Don’t Say A Word, My Breath Away, Highway Of Love, It’s Not Over, The Price Of Love, Standing Tall, Anna Lee, Don’t Wanna Lose You, I Walk Alone

Cinque album in studio dal 1987 ad oggi, beh, sicuramente i Giant non sono sinonimo di prolificità ma lo sono indiscutibilmente come autentiche icone del movimento Aor/pomp rock mondiale. La band dei fratelli Huff ci ha regalato album sempre spettacolari tra cui menzionerei l'ultimo con la formazione completa del geniale vocalist, compositore e -eccelso- guitar player Dan Huff, stiamo parlando di “III” uscito nel 2001. Dopo quel piccolo gioiellino musicale il bravo Dan si dedicò ad altro e lasciò la band in mano al fratello David e Mike Brignarello, gli altri due membri fondatori; il duo dovette correre ai ripari e ci fu quindi un cambio di line up con alla voce Terry Brock e alla chitarra John Roth per l'uscita di “Promise Land” nel 2010. Poi oltre una decade di silenzio e, finalmente, riecco comparire il moniker Giant nel music biz con un album nuovo di zecca e un nuovo singer, Kent Hilli (Perfect Plan). E' rimasto però alla chitarra il bravo Roth anche se in molti speravamo in un come back del grande Dan. Va beh.... L'album, comunque, suona alla grande, suona Giant al 10000% (tra l'altro Dan Huff ha suonato la parte di chitarra solista nel singolo “Never Die Young”, nda) e il nuovo vocalist è sicuramente accreditato di un'ugola valida e modulabile al punto giusto per non far rimpiangere troppo Dan. Il pregio dei due membri originali rimasti è che non hanno minimamente stravolto lo stile della band e hanno scelto con accuratezza maniacale i nuovi musicisti per riproporre il loro classico sound cercando di omaggiare il passato proponendo sempre canzoni di altissimo livello. E' così è stato; “Shifting Time” è un eccellente album di Aor e pompous rock che non poteva che uscire dalla “scuola” di questa band statunitense. Le atmosfere “ariose” e da vasto airplay si sprecano, le chorus line sono perfette e gli arrangiamenti sublimi. Ottimo il lavoro di chitarra del buon Roth che cesella validi riff e solos ispirati e pregni di un forte magnetismo eufonico. Lo si capisce subito, infatti, dall'opener e title track, una intro di un minuto e mezzo con John Roth che da sfoggio della sua abilità con la sei corde per poi sfociare nella rocciosa “ Let Our Love Win” e la successiva “Never Die Young” che -come già scritto- vede lo “zampino” del grande Dan Huff alla chitarra solista! Si prosegue senza intoppi e i nostri ci regalano una sequenza di pomp rock song da cardiopalma quali “Don’t Say A Word” e “My Breath Away” per poi deliziarci con l'Fm rock di “ Highway Of Love”. Arriva il primo lento “It’s Not Over “ e l'atmosfera si fa più rarefatta ed intima con una carica emotiva molto forte, ottima prova vocale di Kent! E così si prosegue -sempre su alti livelli- fino all'ultima traccia “I Walk Alone”; una song che da sola vale l'acquisto dell'intero album. Lenta, melodica e pregna di melanconia e pathos supportata da un arrangiamento da dieci e lode. Grandissimo pezzo. Cosa dire; magari con il mitico Dan Huff alla voce e chitarra -forse- sarebbe stato un album ancora migliore ma....ma, direi che possiamo accontentarci e correre a comprare questo lodevole “Shifting Time”

Roby Comanducci

Gen 24

 

 

 

Line up: Tino Troy – guitars & vocals, Chris Troy – bass & vocals, Andy Burgess – guitars, vocals, Jaycee Cuijpers – lead vocals, Hans in ‘t Zandt – drums

Tracklist: Cry For The Nations, Closer To Heaven, Ain’t No Rock ‘N’ Roll In Heaven, Non Omnis Moriar, Long Time Coming, Sacrifice, Wheels In Motion, Masquerade, Find Our Way Back Home, Don’t Call Us Now, The Devil Never Changes

Iniziamo l'anno con il piede sull'acceleratore poiché la prima review targata 2022 porta un nome altisonante, Praying Mantis! Ebbene si, la band capitanata dai fratelli Troy è ancora viva e vegeta dal lontano debut album “Time Tells No Lies” nel 1981 in piena New Wave Of British Heavy Metal, corrente musicale della quale i nostri sono sempre stati fieri esponenti (magari non riscuotendo il giusto successo commerciale come invece è capitato ad altre band del periodo...nda). In questo “Katharsis” troviamo oramai in pianta stabile l'ottimo cantante Jaycee Cuijpers e il batterista Hans in't Zandt che hanno contribuito non poco a “rinfrescare” il sound della band e i frutti sono qui a dimostrarlo! La caratteristica principale che ci ha da sempre fatto amare questo combo musicale è la loro grandissima capacità di mixare suoni heavy e partiture hard con un innato gusto melodico per l'arrangiamento, le chorus line, i passaggi eufonici; le loro song prima ti accarezzano e poi ti danno la scossa. Un vero must per chiunque non voglia staccarsi dalle classiche metriche heavy senza però disdegnare passaggi ammalianti e “commerciali”. Infatti il classico esempio è l'opener “Cry For The Nation” (anche il primo singolo estratto, nda) che rende appieno il potenziale di questi musicisti per la sua pomposità e il grande pathos pilotato da una interpretazione vocale magistrale del bravissimo Jaycee. Sicuramente uno dei momenti top dell'intero disco anche se ne abbiamo altri da menzionare; “Ain’t No Rock ‘N’ Roll In Heaven” con il suo pulsante hard rock è uno di questi, la melodica e ammaliante “ Non Omnis Moriar” e la superlativa “Sacrifice”, non una ballad ma una song lenta e pregna di forti emozioni e intense melodie che catturano il cuore dell'ascoltatore. Un'altra piccola perla è “Find Our Way Back Home” con un tappeto di tastiere che conferisce una maestosità all'intero brano imperniato su un heavy rock dal vasto airplay. In definitiva i Mantis hanno confezionato un album completo e maturo dove è sempre e comunque la melodia di base a farla da padrone. Da avere!

Roby Comanducci