HOUSE OF LORDS
"Full Tilt Overdrive"
(Frontiers Music srl)
release: 11 - 10 - 2024
genere: Aor, pomp rock
voto: 4

Line up: James Christian - vocals, bass, Jimi Bell – guitars, Mark Mangold – keyboards, Johan Koleberg - drums

Tracklist: Crowded Room, Bad Karma, Cry of the Wicked, Full Tilt Overdrive, Taking The Fall, You're Cursed, Not The Enemy, I Don't Wanna Say Goodbye, Still Believe, State of Emergency, Castles High

Con leggero anticipo, ma la bramosia era enorme e - tra l'altro - aspettatevi a breve anche la mia intervista al buon James, eccomi a recensire la quattordicesima fatica in studio di quella che a mio avviso è il mammasantissima, la band cardine del movimento Adult Oriented Rock nonché pompous e melodic rock. Anche se, però, tali etichette vanno strette a James Christian e soci, loro hanno dettato alcune regole con i loro primi due album, "House of Lords" '89 e soprattutto il masterpiece "Sahara" del 1991, ma precisiamo - alcuni potrebbero dire- che il suddetto genere già era in auge nei primi anni ottanta (potremmo citare Angel, Aviator, Giuffria...), ma la comparsa nel music world di questa all stars band permise di riscrivere alcuni canoni fondamentali. Della stellare formazione di "Sahara", Giuffria, Cordola, Mary, Guy, Wright, dopo tanti cambi di line up è rimasto il fondatore e vocalist James Christian accompagnato da un altro membro di "vecchia data", Jimi Bell alle chitarre (entrato in line up nel 2006 con l'album "World Upside Down", il secondo del dopo reunion nel 2000) e Mangold e Koleberg già presenti nel penultimo "Saints and Sinners" che contribuiscono non poco a rendere questo full lenght album un concentrato di classe e qualità. A detta della band l'album è più strong dei precedenti ma , ascoltandolo,  posso affermare che questa eccessiva durezza rispetto ad altri lavori non l'ho trovata, diciamo che prosegue la linea più hard del suo predecessore "Saints and Sinners", targato 2022.  Come sempre le composizioni sono valide, James non ha lesinato su nulla e il notevole guitar work del buon Jimi Bell confezionano un prodottino niente male. Fra le top song mi sento di caldeggiare l'ascolto della veloce e pomposa "Full Tilt Overdrive", ma anche "Taking the Fall" con l'inizio e le alternanze semi acustiche a passaggi heavy rock oppure "Not The Enemy" dall'incedere hard-pomp rock aggrazziata da un pregevole keyboards sound di Mark suggellato da riff di spessore dell'axe man Jimi. Mi spiace invece che sia stata scelta come singolo "Bad Karma", onestamente trattasi di una canzone sempliciotta ma soprattutto poco incisiva e senza carattere; per promuovere album di artisti di questo calibro non capisco perchè si decida in scelte - sovente - poco azzeccate. Un buon esempio di heavy rock - anche se non fa gridare al miracolo - ce l'abbiamo con l'opener "Crowded Room" che, a mio avviso, avrebbe potuto essere lei il singolo di lancio per "Full Tilt Overdrive". Da segnalare la lunghissima (quasi dieci minuti!) "Castles High" che ha il compito di chiudere l'album; una song epica e a tratti quasi progressive, ricca di atmosfere che strizza l'occhio nel lodevole e pregiato apporto tastieristico ai Deep Purple con passaggi sinfonici molto seventies e ricchi di pathos. Veramente azzeccato lo stacco verso metà song con l'innesto di keys ma soprattutto organo e una parte solista dedicata alle tastiere che mette in evidenza le eccelse doti di Mangold per poi lasciare spazio alla sei corde di Bell che cesella un solo d'effetto per poi riunirsi in un tutt'uno  e proseguire la canzone. Ci sono sicuramente altri momenti degni di nota ma, facendo una media, le song non menzionate riescono a creare quell'amalgama di buon rock, edulcorato al punto giusto, ammiccante e con la dose giusta di energia; forse avrei gradito, nella totalità di quasi un'ora di musica, maggiori tracce con più carattere, quelle che alla fine ti vien voglia di canticchiarle subito e il loro refrain ti si conficca nel cervello. Ecco, da questo punto di vista "Full..." è inferiore al precedente "Saints and Sinners" ma credo comunque che riesca a far breccia nel cuore dei tantissimi fans del gruppo.

Roby Comanducci

 

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ENGLISH TRANSLATION

 

With a little advance, but the desire was huge and - among other things - expect my interview with the good James soon, here I am to review the fourteenth studio effort of what in my opinion is the mammasantissima, the cornerstone band of the Adult Oriented Rock movement as well as pompous and melodic rock. Even if, however, such labels are too narrow for James Christian and his associates, they have dictated some rules with their first two albums, "House of Lords" '89 and especially the masterpiece "Sahara" of 1991, but let's point out - some might say - that the aforementioned genre was already in vogue in the early eighties (we could mention Angel, Aviator, Giuffria...), but the appearance in the music world of this all stars band allowed them to rewrite some fundamental canons. Of the stellar lineup of "Sahara", Giuffria, Cordola, Mary, Guy, Wright, after many lineup changes, the founder and vocalist James Christian remained accompanied by another "long-time" member, Jimi Bell on guitars (who joined the lineup in 2006 with the album "World Upside Down", the second after the reunion in 2000) and Mangold and Koleberg already present in the penultimate "Saints and Sinners" who contribute significantly to making this full length album a concentration of class and quality. According to the band, the album is stronger than the previous ones but, listening to it, I can say that I did not find this excessive hardness compared to other works, let's say that it continues the harder line of its predecessor "Saints and Sinners", released in 2022. As always, the compositions are valid, James did not skimp on anything and the notable guitar work of the good Jimi Bell make a pretty good product. Among the top songs I would recommend listening to the fast and pompous "Full Tilt Overdrive", but also "Taking the Fall" with its semi-acoustic beginning and alternations to heavy rock passages or "Not The Enemy" with its hard-pomp rock pace graced by a fine keyboard sound by Mark sealed by thick riffs by axe man Jimi. I'm sorry that "Bad Karma" was chosen as the single, honestly it's a simple song but above all not very incisive and without character; to promote albums by artists of this caliber I don't understand why they make - often - inappropriate choices. A good example of heavy rock - even if it doesn't make you shout for a miracle - is the opener "Crowded Room" which, in my opinion, could have been the launch single for "Full Tilt Overdrive". Worth mentioning is the very long (almost ten minutes!) "Castles High" which has the task of closing the album; an epic and at times almost progressive song, full of atmospheres that winks at the praiseworthy and valuable keyboard contribution to Deep Purple with very seventies symphonic passages and full of pathos. Really well-aimed is the break towards the middle of the song with the insertion of keys but above all organ and a solo part dedicated to the keyboards that highlights the excellent skills of Mangold and then leaves room for Bell's six strings that chisels an effective solo to then reunite in one and continue the song. There are certainly other moments worthy of note but, making an average, the songs not mentioned manage to create that amalgam of good rock, sweetened to the right point, winking and with the right dose of energy; perhaps I would have liked, in the totality of almost an hour of music, more tracks with more character, those that in the end make you want to hum them immediately and their refrain sticks in your brain. Well, from this point of view "Full..." is inferior to the previous "Saints and Sinners" but I still think it manages to make a dent in the hearts of the group's many fans.

Set 11

APRIL ART "Rodeo”

Written by

APRIL ART
"Rodeo”
(Watermarked)
release date: 4 - 10 - 2024
genere: heavy metal, modern metal
voto: 4

Line-up: Lisa-Marie Watz - Vocal, Ben Juelg - drums, Chris Bunnell - guitar, Julian Schuetze - bass.

Tracklist: Rodeo, Burn, Who i never meant to be, Not sorry, On your side, Jackhammer, Let em go, Head up high,Not afraid, Not sorry (acoustic), Change part II


In questo periodo di forte hipe tra cantanti uomini che vengono sostituiti da cantanti donna con talento da vendere e diatribe su volontà musicale o economica, c'è una voce femminile con annessa band alle spalle che non avrebbe problemi a urlare tutto il suo talento sopra i palchi più importanti d'Europa. Loro sono gli April Art: moderni, freschi, sbarazzini e donano coraggio, forza e ottimismo. Esattamente ciò di cui il mondo ha disperatamente bisogno in questo momento! La Bella e la Bestia, qui in una persona: Lisa-Marie Watz, la front woman della band. Chris Bunnell, Ben Juelg e Julian Schuetze forniscono a questa forza vocale della natura un sottofondo musicale brutale su cui poter gridare al mondo i loro pensieri. E ci salutano col nuovo album: "Rodeo", un mix perfetto tra tradizione e innovazione, assoli vecchio stile e voci urlanti e crudeli si mischiano, senza mai fare a spallate, con elettronica e suoni più moderni. La title track apre le danze con un sound elettronico che potrebbe inizialmente fuorviare. La voce impetuosa di Lisa-Marie sovrasta è ammalia con il giusto mix di cattiveria e melodia.Chitarre nu metal con assoli vecchia scuola e doppio pedale ben dosato creano un sound unico in una escalation di potenza che porta a "Burn": inizio tachicardico che apre sul ritornello melodico, trade union del pezzo é la chitarra che sale e scende alla perfezione giocando con voce e compagni di ritmo. Finale cattivo! Da stadio. "Who I never meant to be" segue la struttura e anche pochino la melodia della precedente, dando però più pathos sul ritornello morbido esaltando la voce. Parte centrale selvaggia, con ritorno su solo di chitarra. Tanta roba. "Not Sorry" tiene altissimi i ritmi per poi aprire nuovamente sul ritornello con delle chitarre in stile Korn, bridge preso a piene mani dagli ultimi System Of a Down, entrèe nel l'assolo, breve ma molto intenso.Cambio di approccio per "On your side", dove si cerca di dare più varietà a un copione ritmico fino a qui valido ma leggermente ripetitivo. "Jackhammer" é il pezzo da spiaggia. Tanto pop e un pizzico di elettronica ma niente di fastidioso, accenno di rap alla voce, seguito molto bene dalla ritmica. Bridge finale per ricordare chi siamo! "Let Em Go" potrebbe essere definita la ballad del disco: la voce tende più al pulito e le chitarre sono più cadenzate nonostante mantengano la loro usuale potenza, intervalli metal ricordano da dove arrivano i ragazzi ma la voce "soft" regala un coinvolgimento morbido e accompagna la canzone fino a un assolo romantico. Le canzoni che preferisco, quelle da concerto, eccone una: "Head up high" . Ottimo inizio, molto hard rock style, pur mantenendo sonorità moderne, incita il pubblico con un riff tagliente e accattivante, solito ritornello aperto e morbido ma molto cantabile, adatto a tutti i palchi! Bel gioco finale tra voce e assolo, per la chiusura perfetta. "Not Afraid" prosegue la ricerca di sonorità moderne con molti richiami al metal vecchio stile, ritornello più pop quasi a voler pareggiare la cattiveria batteristica e quel suo doppio pedale incalzante. Un vero e proprio duetto tra voce e pelli in cui le chitarre si inseriscono quasi come fossero l'amante in una relazione stabile. Poi come sempre, la voce sceglie di tornare col primo amore e la chitarra ne esce vincitrice sul finale ma senza guerra, gli strumenti all'unisono concludono questa canzone scegliendo di convivere insieme sotto lo stesso tetto. "Not Sorry" in versione acustica mantiene l'intensità della versione elettrica esaltando le qualità vocali di Lisa-Marie. Molto piacevole. "Change part II" mischia tantissime cose sotto lo stesso tetto, inizio molto pop e un accenno di rap, elettronica accennata qui e li, cuociamo tutto a fuoco lento con l'inserimento di chitarre metal a profusione. Ritornello pop quasi da radio. Lasciamo raffreddare e servite a tavola con un pizzico di assoli rock alla vecchia maniera. Buon appetito

Iven

 

ENGLISH TRANSLATION

In this period of strong hype between male singers who are being replaced by talented female singers and disputes about musical or economic will, there is a female voice with a band behind her who would have no problem shouting all her talent on the most important stages in Europe. They are April Art: modern, fresh, carefree and they give courage, strength and optimism. Exactly what the world desperately needs right now! Beauty and the Beast, here in one person: Lisa-Marie Watz, the front woman of the band. Chris Bunnell, Ben Juelg and Julian Schuetze provide this vocal force of nature with a brutal musical background on which to shout their thoughts to the world. And they say goodbye to us with the new album: "Rodeo", a perfect mix of tradition and innovation, old-fashioned solos and screaming and cruel voices mix, without ever shoving, with electronics and more modern sounds. The title track opens the dance with an electronic sound that could initially mislead. Lisa-Marie's impetuous voice dominates and enchants with the right mix of wickedness and melody. Nu metal guitars with old school solos and well-measured double pedal create a unique sound in an escalation of power that leads to "Burn": tachycardic beginning that opens on the melodic chorus, the trade union of the piece is the guitar that rises and falls perfectly playing with the voice and rhythm companions. Bad ending! Stadium-worthy. "Who I never meant to be" follows the structure and even a little the melody of the previous one, but giving more pathos on the soft chorus exalting the voice. Wild central part, with return on guitar solo. So much stuff. "Not Sorry" keeps the rhythms very high and then opens again on the chorus with Korn-style guitars, bridge taken from the latest System Of a Down, entrée in the solo, short but very intense. Change of approach for "On your side", where they try to give more variety to a rhythmic script that up to this point has been valid but slightly repetitive. "Jackhammer" is the beach piece. Lots of pop and a pinch of electronics but nothing annoying, a hint of rap in the voice, followed very well by the rhythm. Final bridge to remember who we are! "Let Em Go" could be defined as the ballad of the album: the voice tends to be cleaner and the guitars are more cadenced despite maintaining their usual power, metal intervals remind us of where the boys come from but the "soft" voice gives a soft involvement and accompanies the song up to a romantic solo. The songs I prefer, the concert ones, here's one: "Head up high". Great start, very hard rock style, while maintaining modern sounds, incites the audience with a sharp and catchy riff, usual open and soft chorus but very singable, suitable for all stages! Nice final game between voice and solo, for the perfect closure. "Not Afraid" continues the search for modern sounds with many references to old-style metal, more pop chorus almost as if to equal the drums' wickedness and that pressing double pedal. A real duet between voice and skins in which the guitars insert themselves almost as if they were the lover in a stable relationship. Then as always, the voice chooses to return with the first love and the guitar comes out the winner at the end but without war, the instruments in unison conclude this song choosing to live together under the same roof. "Not Sorry" in the acoustic version maintains the intensity of the electric version, enhancing Lisa-Marie's vocal qualities. Very pleasant. "Change part II" mixes a lot of things under the same roof, very pop beginning and a hint of rap, electronics hinted here and there, we cook everything on a slow fire with the insertion of metal guitars in abundance. Pop chorus almost radio. Let it cool and serve at the table with a pinch of old-fashioned rock solos. Enjoy your meal