Gen 15

HUGO'S VOYAGE
“Inception”
(Frontiers Music s.r.l.)
release date: 10 -11- 2023
genere: rock
voto: 4

Line-up: Hugo Valenti - vocals, Robby Hoffman - guitars, Lance Millard - keyboards, Greg Smith - bass, Dana Spellman - drums.

Tracklist: Inception (instrumental), Crazy What Love Can Do, Don’t Wanna Live Without Your Love, Sound Of A Broken Heart, Goin’ Away, A Friend Like You, How Many Times, I’ll Be Around, In My Heart, September Love, The Voyage, When Heaven Makes An Angel

Se un giorno decideste di fare un film, gli Hugo' Voyage avrebbero già il set completo di canzoni per la colonna sonora, consiglio fortemente Jennifer Aniston come protagonista, sarebbe la ciliegina sulla torta. Provenienti da New York e Boston, i “voyage” sono una dinamica rock band ricca di melodie incalzanti e paesaggi sonori che diventano quasi inni. Con le loro voci potenti e il sound molto anni 80 ricordano la mitica band Journey. Nulla di strano visto che gli Hugo's Voyage si sono formati nel 2005 proprio come tribute band ai Journey, ottenendo un enorme successo negli Stati Uniti, attirando un seguito devoto di fan profondamente commossi dalla musica, intraprendendo poi, un viaggio musicale tutto loro, creando un suono originale nell'album di debutto "Inception" che rende omaggio alle suddette influenze ma ritagliandosi una propria identità unica e vibrante. Le composizioni esplorano temi universali di amore, speranza, perdita e scoperta di sé, accompagnate da melodie contagiose che persistono nella mente degli ascoltatori molto tempo oltre la fine di ogni canzone. Dalle ballate epiche come "In My Heart" che fanno gonfiare i cuori di emozione, all'alto numero di ottani presenti in pezzi come "I'll Be Around" che possono infiammare uno stadio, le canzoni possiedono una straordinaria capacità di trasportare il pubblico in un altro tempo e luogo. Il modo di suonare la chitarra di “Robby” evoca senza sforzo riff iconici e assoli violenti, creando una magica sinergia con la sezione ritmica, che alimenta di energia le implacabili melodie contagiose della band. Dopo una introduzione degna di Top Gun, arriva “Crazy what love can do”, dove la ritmica, in questo caso, ricorda gli A-ha e aspetta una voce garbata e soave, in compagnia di una chitarra mai eccessiva. “Don't wanna live without your love” ha tutte le carte in regola per essere una canzone motivazionale: pianoforte iniziale e cori strappalacrime, anche se nulla di tutto ciò risulta fuori posto o azzardato. Pulizia e precisione sono alla base di tutta la loro produzione continuando proprio con “Sound of broken heart”, trascinante e intensa, la chitarra è la voce si innamorano e ci regalano un emozionante passo a due. Saliamo di velocità mantenendo un ottima intensità con “Goin' away”, la chitarra esce dal torpore e si scatena, i cori danno corpo alla voce rendendo grintoso ogni singolo minuto. “A friend like you” trasuda 80s da tutti i pori, spalline e capelli cotonati al centro della pista da ballo. Il sax rafforza questa tesi, portandoci tutti in un potente mondo ormai lontano. Schitarrata intrigante come intro di “How many times”: middle time molto calda, cori e voce che si separano i compiti così come pianoforte e chitarra, mentre “I'll be around” regala un ritornello intenso e persistente, un grido melodico e pacato, la voce si spinge un pò più in là e si porta con sé tutta la banda, dando entusiasmo alla chitarra che sembra quasi non aver aspettato altro. Trascinante! Si rallenta di nuovo per la commuovente "In my heart", pianoforte a manciate e voce suadente con quel pizzico di malinconia degna di una camminata sulla spiaggia al rallentatore. "September love" è amore e grinta; al contrario delle precedenti, rallenta la velocità ma aumenta l'intensità. La voce è più decisa, come a voler chiedere a una donna di essere amata ma alle nostre condizioni! Prendere o lasciare! Riff interessante per "The voyage", la ritmica spacca la monotonia, voce e chitarre però viaggiano dritte come sempre, dando comunque un senso di incastro. Salita rapida per il ritornello e poi di nuovo a rallentare, montagna russa gradevole, senza mai strafare. “When heaven makes an angel” ricorda strutturalmente le strade di Philadelphia del boss, il sound però è 100% Hugo's: un pò sognante e un pò malinconico. Una chiusura alcune volte scarna, dove la batteria duetta con la voce e aspetta il pianoforte arrivare mano nella mano con una chitarra piena di armonia. Che dire quindi? Niente se non dare un semplice consiglio: per una volta non separare le parti, non ascoltare la voce o la chitarra, perché “Inceptions” è un album che va controcorrente, senza fronzoli tecnici gratuiti o eccessivi, completamente devoto alla musica, alle canzoni, da ascoltare senza cercare troppe motivazioni. Forse chiudere gli occhi e sognare.

Iven

Gen 11

THE GRANDMASTER
“Black Sun”
(Frontiers Music s.r.l.)
release date: 12-01-2024
genere: heavy metal
voto: 3.5

Line up: Peer Johansson – vocals, Jens Ludwig – guitars, Alessandro Del Vecchio - bass, keyboards, Brett Jones – keyboards, Mirko De Maio - drums

Tracklist: Black Sun, Watching the End, While the Sun Goes Down, Learn to Forgive, Heaven’s Calling, Something More, Fly Icarus Fly, I’m Alive, What We Can Bear, Soul Sacrifice, Into the Dark

The Grandmaster escono giusto in questi giorni con un nuovo loro album intitolato "Black Sun " a distanza di pochissimi anni del loro disco di debutto targato 2021, "Skywards ". La formazione per questo disco è Peer Johansson alla voce, Jens Ludwig alla chitarra, Mirko De Maio batteria, Alessandro Del Vecchio basso tastiere e Brett Jones tastiere. Questo lavoro è composto da undici brani carichi di energia, accattivanti e con un'influenza diretta verso act musicali quali Fate, Ureas. Jens Ludwig (che è stato anche il co-fondatore degli Edguy...nda) in questo album ha dato il meglio di sé con riff ritmici e assoli stupendi ma sempre con quel caratteristico “tocco teutonico” che, unito e miscelato per bene con la voce del Peer Johansson, fanno in modo di ottenere un risultato d'impatto e di sicuro effetto per la gioia di molti metal kids. “Black Sun” si potrebbe dividere in due parti; la prima più melodica anche se sempre heavy e potente nel suo incedere e la seconda dove si pigia maggiormente sull'acceleratore. Infatti le song centrali "Something More " e " Fly, Icarus Fly " sono "lo spartitraffico" tra la prima parte del lavoro e la seconda che si conclude con una violenta ed esuberante -siamo verso lo speed metal- "Into the Dark". Un disco “con i fiocchi” che ben ci fa sperare in un 2024 ricco di tante sorprese ed emozioni.

Luca