Line-up: Raphael Mendes - vocals, Marcelo Gelbcke - guitar , Sol Perez - guitar, Caio Vidal - bass, Markos Franzmann – drums
Tracklist: Cimmerian, Night Force, The Scarlet Gospels, In The Mouth Of Madness, Heart Of The Wolf, Bare Knuckle, Wheels Of Vengeance, Clouds Over Gotham Pt.2 – The Arkham Knight, Terror Games, Black Sails And Dark Waters
Ah, il Brasile: le spiagge, i grandi campioni del calcio mondiale che palleggiano sui delicati e bianchi granelli bollenti, resi tiepidi dalla gelida spuma bianca dell'oceano; le favelas e il loro fascino, le grandi piazze dipinte dalle pavimentazioni geometriche, il carnevale e... Il rock'n roll! Cosa? Davvero? Ma certo! Nel paese dove gli Iron Maiden sono celebrati come autentiche divinità, c'è un mondo sotterraneo ricco di suoni grezzi e “cattivi” pieni di progressive e tante influenze heavy metal anni 80. Tra questa vasta foresta pluviale di scelta, il sottobosco underground offre un fiore acerbo, sotto alcuni aspetti, ma ricco di grande talento, il fiore si chiama ICON OF SIN. Icon Of Sin è una band incentrata carisma vocale del talentuoso e popolare fenomeno di YouTube Raphael Mendes, insieme ad altri due musicisti brasiliani stellari, Sergio Mazul (Semblant) e Marcelo Gelbcke (Landfall) che lavorano come cantautori e produttori. Questo sodalizio ha portato alla creazione di un secondo album, intitolato “Legends”, che arriva sulla scia del successo dell'album di debutto omonimo, pubblicato nel 2021. Questo disco evolve il concetto impartito nel primo album di forgiare e innalzare una vera e solida identità musicale della band. Ancora una volta, le canzoni mettono alla prova le capacità vocali di Raphael senza alcuna pietà, portando il suo innegabile talento a un livello musicale superiore. Gelbcke (questa volta anche come chitarrista solista) e Mazul hanno scritto un piacevole e convincente set di brani che, pur facendo razzia a mani basse da maestri come Maiden (in modo a volte fin troppo eccessivo), Priest, Dio, Saxon, offrono un album coinvolgente e contagioso al cento per cento. Un album che punta a portare la band al di fuori dei loro confini per iniziare a girare il globo con la loro potenza sonora e vocale. L'inizio sembra portare in quella direzione con “Cimmerian”, molto british e una ritmica prog, il sound è aggressivo ma melodico, la voce spinge a mille, dando un biglietto da visita incisivo e incalzante. Sale il livello con “Night Force”, la melodia è intensa, ottimi cambi di ritmica e suoni molto puliti e precisi. Il ritornello è avvincente, solo per palati fini! Quel sweep piking della chitarra è da intenditori! “The Scarlet Gospels” scende di velocità ma aumenta di intensità: come a stare su una collina nebulosa, pronti all'attacco prima della battaglia; la voce è intensa e gioca con le chitarre, riff decisi a scandire ogni istante prima della battaglia poi, al minuto 7, partire di forza e velocità giù dal dirupo con una doppia cassa a scandire la corsa dei soldati pronti alla guerra!!! POTENTE!!! “In The Mouth Of Madnes” abbassa un po' il livello, niente di particolare, un po di “Flight of Icarus” dei Maiden (forse un po troppo) un po di “Brave New World”, mescolare il tutto, si ottiene una canzone piacevole senza troppe pretese ma con ottime armonizzazioni di chitarra. “Heart Of The Wolf “ci fa tornare veloci e diretti: pochi fronzoli e poche variazioni, cassa prominente e voce molto tecnica a scandire una situazione altrimenti lineare. La semplicità aiuta. “Bare Knuckle” e “Wheels Of Vengeance” fan salire l'asticella e di e molto! Riff aggressivo e deciso con la voce che si interseca alla grande con la melodia. Ritmica incalzante che tiene altissimo il ritmo dando alle chitarre molta libertà di aggressione. Finalmente direi. “Clouds Over Gotham Pt.2 -The Arkham Knight” abbassa la velocità ma non l'imponenza sonora: iniziamo subito con una bella armonizzazione di chitarre poi la voce prende il sopravvento e si porta dietro tutti gli altri; il ritornello sembra un inno alla libertà, assolo di basso interessante che porta la melodia a un rallentamento coinvolgente, siamo su di giri. “Terror Games” ha una partenza anonima poi una buona crescita improvvisa con cambio di tempo per entrare nell'assolo. Stop e poi di nuovo a velocità superiore verso una seconda parte di assolo semplice ma imponente, doppia cassa a delineare l'arrivo e rientro sul ritornello. Da far sballare la testa! “Black Sails And Dark Waters”, puro Maiden nuova generazione. Middle time piena di consistenza, tanto suono, una canzone carica di adrenalina, corposa accelerazione improvvisa a circa metà con armonizzazione quasi celtica e la voce che segue questa idea, nota forse tra le più originali del disco, che esce dallo schema classico abbastanza statico anche se potente e ben gestito. Un disco sudamericano ricco d'Europa. Un vero e proprio “affronto sonoro” alla patria della samba ma che rende appieno l'idea di come il mondo ormai cosmopolita è felice di abbracciare influenze di tutti i generi in qualsiasi parallelo e meridiano. La venerazione verso il vecchio continente però, porta probabilmente i suoni e le idee a risultare un po troppo già sentite o vagamente stantie. Le capacità tecniche dei componenti, nessuno escluso, regala però un profumo ricco di speranza per il futuro e le nuove composizioni. Aspetteremo volentieri il nuovo fenomeno del calcio mondiale sulla bianca sabbia di Copacabana, chissà, magari questa volta avrà una chitarra al posto del pallone e un gilet di jeans al posto dei tacchetti!
Iven
Line up: Leander Bussmann – vocals, Lennart Ryll – lead guitar. Janina Stähn – rhythm guitar, Phil Borkhardt – bass, Niklas Dorendorf - drums
Tracklist: Silence of the Night, Between Two Sides, Secret Little Fantasy, Rather Be A Dreamer, I Don't Want Much, I Wonder.
Bisogna adeguarsi ai tempi moderni, capire che le sgasate delle auto poderose anni '80 non ci sono più, ci sono ormai le ibride e le elettriche ma questo non significa che non ci si possa divertire ancora. I Leaves In Flames ci dicono proprio questo, ci divertiamo e facciamo casino in autostrada, ma rispettiamo i limiti e le altre auto a fianco a noi, anzi, talvolta prendiamo pure spunto e rielaboriamo con una modernità appagante gli stili di guida dei grandi piloti automobilistici del passato. I Leaves In Flames sono una band emergente nata nel 2018 dal classico rapporto tra compagni di scuola ma che ha già potuto sviluppare un album di debutto intitolato "Rolling The Dice", uscito nell'estate del 2021. Un mix non troppo invadente di hard rock e alternative di una band giovane e aggressiva, che abbiamo già potuto godere live nella loro patria natia, la Germania. Dopo tre singoli anticipati, questo "Individuum", un nuovo EP, si trova su tutte le piattaforme digitali già dal 4 agosto. La band commenta così il loro nuovo parto mentale: "l'idea per l'EP è nata per noi poco dopo il primo album nell'estate del 2021 ed è stato ancora una volta un tentativo da parte nostra di ottenere quante più sfaccettature possibili dalla nostra musica. Quando ascolti "Individuum" puoi sentire praticamente di tutto, dal classico hard rock dei Leaves In Flames, alle melodie pop, fino a un suono più alternativo”. “La cosa più importante per noi”, proseguono, “era catturare l'ascoltatore non solo musicalmente ma anche dal punto di vista dei testi. Pertanto, i temi delle canzoni spaziano dalla critica sociale, alla lotta contro la depressione, passando per una semplice gioia in una giornata estiva con gli amici”. E non stavano affatto scherzando, partendo già dalla prima canzone “Silence of the Night”, il suono molto beat ricorda l'indie rock inglese (davvero notevole per un gruppo tedesco) ma con più velocità e sound hard, senza dubbio la miglior canzone dell'album. Il ritmo è incalzante e l'ottima melodia fa muovere davvero bene la testa, forse pecca di poca chitarra e di un assolo incisivo, ne avrebbe fatto sicuro giovamento. “Between Two Sides” è una middle time con chitarre hard rock, la voce proiettata subito verso l'Inghilterra e i suoi miti, anche se in questo caso si vira in zona NWOBHM più che al pop inglese. Chitarra delicatamente gestita nell'assolo che si interfaccia ottimamente con il distorto tipico nelle sonorità più metal; se avesse più velocità sarebbe splendida come canzone da viaggio, provate ad ascoltarla durante un parcheggio pieno di grinta. “Secret Little Fantasy” torna a riff più pop, influenze quasi reggae ma quel bel inserimento di chitarre distorte rende tutto originale. Il pop della voce viaggia ancora una volta verso qualcosa di nuovo, assolo garbato e mai pesante, quasi a non voler disturbare. Passaggio lento verso metà della canzone che poteva forse essere sviluppato con più personalità, ma che sfocia in un finale piacevole e molto solare, cori in sottofondo divertenti e basso poderoso. Notevole! “Rather Be A Dreamer” è funky a più non posso! Voce più soft, tendente al soul anni 80, basso al centro del mondo e bei suoni a tambureggiare un ritornello che però (piccola pecca) sembra non voler volare mai. La voce torna bit pop, e un accenno di hammond distorce nuovamente le intenzioni musicali e genere di appartenenza. Nel complesso, canzone davvero piacevole. “I Don't Want Much” regala una chitarra anni 70 con un accenno a “Jumping Jack Flash” in chiave moderna, per poi virare su qualcosa di più aperto dove il basso pieno di fuzz prende il sopravvento sonoro. Ritornello da auto in corsa (questa volta su autostrada). Anche in questo caso, le chitarre inseriscono un assolo garbato, delicato, mai eccessivo. “I Wonder” è la canzone che mancava, ballata bagna mutande! Chitarra classica e voce da piacione fa da apripista al testo da spaccacuore. Nel complesso, un EP molto piacevole e versatile nelle idee e nei suoni, che comunque convergono sempre nella parte primordiale più british. Sicuramente un secondo album che fa ben sperare, da ascoltare in macchina ma non troppo veloce. Si accelera con calma, come se alla guida ci fosse nostro zio, quello Rock, che vive di ricordi di gioventù, tra Beatles e Rolling Stones, che indossa la giacca di jeans con le toppe, quelle dei gruppi musicali. Quello zio che vuole ancora strafare, ma sa che seduto a fianco c'è il nipotino a cui vuole bene e allora rallenta, per la tua sicurezza. Ringrazialo perché sta facendo un buon lavoro.
Iven