Gen 09

ELECTUS “Episode IV”

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ELECTUS
“Episode IV”
(independent self release)
release date: 18-12-2023
genere: hard rock
voto: 4

Line up: Russel Peake – guitars, vocals, Alan Mills - bass, Mick Hales – drums

Tracklist: More More More, All the Way, Got the Time, If I Stay, Destiny, Nightwalker, Forever, Paroxysm, Mind Games, Calling Occupants of Interplanetary Craft

Ecco quello che capita subito dopo aver stilato la classifica delle migliori uscite discografiche dell'anno passato. Capita che, per motivi “logistico-temporali” il suddetto lavoro in studio della band proveniente dallo storico Black Country nelle West Midlands, nel Regno Unito, non sia riuscito a pubblicarlo entro il 2023 e quindi ve lo presento adesso - con leggerissimo ritardo - precisando però che, se avessi avuto più tempo a disposizione, “Episode IV” sarebbe rientrato nella top ten degli album del Cathouse (la classifica la potete leggere nell'apposita sezione Journal” del sito, nda). Questo trio capitanato e fondato dall'eclettico cantante e chitarrista Russel Peake nel 2008, ha macinato centinaia di show di supporto a calibri come Alcatrazz, Gun, Enuff Z Nuff, Anvil, Uli Jon Roth, Nazareth, Eric Martin ecc... si è fatto un bel seguito in patria e ha già pubblicato altri albums. “Episode IV” infatti è la quarta release ed è un'autentica goduria per qualsiasi rocker che si rispetti; una miscela di classico hard rock venato da punte street e rock'n'roll con però la qualità dei suoni attuali e quindi la maggiore modernità in fase di arrangiamento e registrazione. Il disco è un autentico summa di song commerciali al punto giusto ma con la verve hard ai massimi livelli, che vi farà saltare sulla sedie in non poche occasioni. Interessante l'ugola del leader Russel che, con le dovute proporzioni e si tratta solo di una “sensazione personale”, sembra fare il verso ad un certo Axl Rose in brani quali la stupenda ballad “Calling Occupants of Interplanetary Craft“ o nella violenta street song “Destiny” che rimembra Guns 'n Roses e L.A Guns....tanto per capire il tiro. Attenzione, non aspettatevi una timbrica come Axl – credo che nessuno mai ci sia arrivato al suo stile e originalità – bensì, nelle canzoni menzionate, Russel entra in sintonia con un approccio e vocalizzi molto simili. “All The Way” strizza l'occhio invece ai padri di tutto, i Led Zeppelin; dal ritornello iniziale alla metrica della song. Anche “Forever” spazia verso un rock più settantiano mentre “ More More More” è più commerciale e moderna, indubbiamente una potenziale hit! Originale lo start con armonica e basso pulsante in “ Paroxysm” che si sviluppa in un cadenzato hard rock ricco di pathos impreziosito anche da un pregevole guitar work. Inutile proseguire oltre, lascio a voi il compito di scoprire tutto l'album, cosa che raccomando caldamente. Ottimo lavoro!

Roby Comanducci

Dic 28

FIFTH NOTE
“Here We Are”
(Frontiers Music s.r.l.)
release date: 08-12-2023
genere: hard rock
voto: 4.5

Line-up: Samuel Thapa - vocals, Khriekethozo Sekhose - guitar, Jubito Swu - bass, Rüüvolie Kire - drums, Sheduto Kezo - keyboards

Tracklist: Rider, Always Love You, Dreamer, Fantasy, I Won'’T Give Up, Here We Are, Misfortune, Falling Apart, Confused Trauma, Drifted, End Time’s

E' natale! Siamo pronti per i regali? Ma certo! Sappiamo tutti che, nonostante i nostri classici sbattimenti, ci ritroveremo con i soliti mutandoni della nonna e le calze di lana della zia. Sforzandoci di mostrare quel sorriso di finta gratitudine a quel parente che, dopo anni, ancora crede che il suo presente sia gradito, ci accingiamo a trovare appesi alla carta del pacco regalo almeno i fatidici 50 euro, che anche a 37 anni fanno comodo. Beh se questa cosa è capitata anche a voi, consiglio di spendere questi soldi per comprarvi quest'album, a sua volta già di per sé, un piccolo regalo da un paese inaspettato: i Fifth Note dalla lontana India! Questi rocker hanno preso vita a metà del 2019, partendo dalle basi originali di una band a tema cristiano, fino a trarre la maggior parte delle loro influenze da generi musicali secolari come Progressive Metal e Hard Rock classico, unendo perfettamente la raffinatezza del primo e la forza del secondo, regalando quindi melodie orecchiabili e un suono molto raffinato. Come molti colleghi del genere, i Fifth Note hanno iniziato eseguendo cover, ma nel corso degli anni, con il crescente interesse per la musica originale e la richiesta da parte dei fan, la band nel 2021 ha pubblicato gli inediti: "Misfortune" e "Here We Are"; diventando popolari in tutto il loro paese. La loro musica ha suscitato l'interesse dell'etichetta e il risultato è "Here We Are", il loro album di debutto. Il disco include anche i primi due singoli citati e un set di brani Hard Rock di ottima fattura con un tocco Progressive Metal, e lo scopo di promuovere musica divertente senza l'uso di droghe o alcol. L'album inizia con “Rider”, granitica e aggressiva; la voce sputa in faccia un ottima tecnica mentre le chitarre tessono una piacevole middle time dai suoni metal, cambio repentino per l'assolo e poi si torna lenti per un finale che richiama l'inizio. L'aggressività di questo primo pezzo lascia spiazzati quando “Always love you” fa capolino. Entrano in gioco i synth, per una semi ballad molto incalzante posta insolitamente in posizione 2 dell'album. Piacevole e romantica, di helloweeniana fattura. Pregevole costruzione dell'assolo. “Dreamer” aggiunge sbocchi sonori differenti, con un'apertura di chitarra secca e molto hard rock per rallentare sulla strofa facendo divertire la voce sempre graffiante. Ritornello melodico e potente, accende la voglia di cantare. Bridge centrale pre-solo con colori blues, affascinante: gli strumenti e la voce giocano tra loro in un crescendo di intensità fino allo sfociare chitarristico. Pausa. Grido. Fantastico! Si torna a un piacevole stile Helloween in “Fantasy” ma con una malinconia subito segnalata dall'apertura con pianoforte. Anche qui un ritornello melodico, forse un po melenso ma di ottima tecnica e fattura. I sinth in sottofondo legano il tutto alla perfezione e creano l'atmosfera perfetta per l'arrivo di “I won't give up”, la ballad per antonomasia. Dopo tentativi e splendide vie di mezzo, arriva con il giusto mix di occhi lacrimanti e cuori spezzati. Pianoforte a dettare legge mentre la voce regala passaggi malinconici. L'assolo di chitarra caldo e profondo è il preludio alla chiusura isterica e rabbiosa della voce! “Here we are” è la title track metamorfica: suoni molto pop e un filo anni 80, con sinth marcati e voce pulita, la chitarra rimbalza sui cambi quasi come non volesse disturbare troppo l'affinità della ritmica. Ritornello deciso ma morbido, poi cambio repentino a metà per introdurre un assolo tamburellante. “Misfortune” regala alle chitarre nuovo protagonismo, riportando la ritmica un po più dietro le quinte; voce pacata e lasciva. Ritornello sempre aperto e melodico, una garanzia. Bel gioco a metà tra chitarre e sinth nel creare un finale rallentato e granitico. “Falling apart” è interessante e ben costruita, con cambi all'unisono che accelerano e frenano, un vagone ben proiettato verso la stazione. Struttura sonora veramente di gran qualità, che mette in secondo piano la voce ma questa volta ne vale la pena! Il suono diventa più duro con “Confused trauma”, la voce di nuovo al centro, molto calda e lucida e poi improvvisamente secca e stridula. Cambio repentino strumentale nella fase centrale a rendere tutto molto progressive. Che dire di “Drifted”? Beh, questa canzone è un teatro vuoto e buio con il palcoscenico che ha solo un pianoforte illuminato da una fredda luce bianca. La voce regala il meglio di sé. Una preghiera da ascoltare in silenzio e con un pizzico di ammirazione. Chiudiamo con grinta e cattiveria! Chitarre e voce rabbiose per “End time's”, batteria che sfodera nuovo repertorio. Alzate il volume e rimettere il disco dall'inizio! E ancora e ancora! Grazie nonna! Non metterò mai i tuoi mutandoni ma quest'album me lo scolo nelle orecchie come fosse una bottiglia di ottimo prosecco per capodanno!

Iven