WOLFCHANT
“A Pagan Storm”
(Reaper Entertainment)
release: 16 – 08 - 2024
genere: folk/death/power metal
voto: 4
Line up: Nortwin – vocals, Skaahl – guitar, Seehb – guitar, Lokhi – bass, Ghust – drums
Tracklist: Growing Storms, A Pagan Storm, The Path, Midnight Gathering, A Wolfchant from the Mountain Side, Guardians of the Forest, Winterhymn, Stärkend Trunk aus Feindes Schädel, Voran, Feuerbringer, The Axe, the Sword, the Wind and a Wolf
Questa band tedesca, formatasi nel 2003, ci porta un album che è sicuramente rappresentativo del Folk e Pagan Metal, con delle tracce di Viking. Uscito subito dopo ferragosto, l’album è da recuperare in questi ultimi giorni di vacanza, quando si ha voglia di qualcosa di energico, ma il caldo ancora impedisce di uscire o ostacola molto le nostre energie… La traccia iniziale, considerabile quasi un cappello introduttivo, “Growing Storm”, ci accoglie nella pazzia nord europea, partendo a piena potenza con ritmi frenetici e facendo strada a “A Pagan Storm”, titolo sia dell’album che della prima vera traccia, in cui le chitarre ora armonizzano la voce, ora le fanno da contrappunto ritmico con accordi che trascinano il groove e a cui si sovrappongono voicing che fanno praticamente da seconda voce, oltre che diventare riff e motivo strumentale. Anche i cambi di tempo sono motlo d’effetto e si ritrovano lungo l’ascolto delle varie tracce (dettaglio sempre piacevole). Nella sua totalità l’album è molto piacevole e certamente adatto a chi non è disturbato dal growl prolungato, altrimenti è da considerare un po’ impegnativo, ma a mio parere, essendo comunque molto melodico, può costituire un buon tentativo di avvicinamento per chi solitamente preferisce evitare. La progressione e in generale la struttura delle tracce sono molto elettrizzanti e regalano piccole chicche ritmiche. È un album che certamente non concede troppi momenti di relax, ma è interessante proprio per la sua intensità costante, anche nelle tracce più lente, certamente non per questo più dolci, come nel caso di “A Wolfchant from the mountain side” che presenta variazioni armoniche molto divertenti e anche interessanti, spesso con echi assolutamente medievaleggianti e svuotamenti di suono che mettono in risalto le linee melodiche, prima che anche la ritmica rientri in dialogo sia con gli altri strumenti che con la voce, come in “Winterhymn”. Neanche il finale sembra concedere tregua al ritmo serrato deciso per l’intero disco, anche se sul finale la traccia, rimanendo strumentale, sembra ammorbidirsi leggermente per condurci verso la fine di questa tempesta pagana, da attraversare con forza e vigore, pronti a lasciarsi travolgere, ma arrivando fino alla fine del cattivo tempo, in modo da poter comunque raccontare, alla fine del viaggio, sia le bellezze che la concitazione.
Vittoria Montesano
RICHIE NEWTON
"Moments"
(NRT records)
genere: rock, hard rock
release: 02 – 08 - 2024
voto: 3.5
Line up: Richie Newton - vocals and various instruments, Oliver Zangl - guitars, producer
Tracklist: Back to the wall, Boogie Man, Born to rock, Falling, Flying High, The One.
Nato a Straubing, Lower Bavaria, Il qui presente rocker, autore, singer, musicista ed entertainer (il suo programma si chiama Metalheads Forever Rock cast Show) ci regala questo mini album contenente sei tracce per festeggiare il suo quarantesimo anno di attività nel music world. Questo "Moments" è frutto della sua mente ma il tutto è stato partorito con l'aiuto del chitarrista, compositore e producer Oliver Zangl. Il prodotto è sicuramente valido partendo a botta con il power rock di "Back To The Wall" che coinvolge l'ascoltatore e lo predispone e prepara nel migliore dei modi all'ascolto dell'intero lavoro. La successiva "Boogie Man" sembra estrapolata da uno dei lavori dei fratelli Van Zant, rock'n'roll genuino, bluesato con forti iniezioni southern rock. Song sicuramente d'effetto. Si va avanti e l'album non perde il suo ritmo e "Born to Rock" si presenta come la classica hard rock song - forse un poco scontatina - che comunque nella sua metrica musicale e arrangiamento potrà piacere ai fans di Richie e sicuramente, nella sua semplicità, sarà un'arena song molto valida dal vivo. "Falling" introdotta dal piano è una ballad senza infamia e senza lode, strutturata con tutti i "crismi" del genere, forse un po' troppo "costruita a tavolino" ma si lascia ascoltare non cadendo comunque nel banale. Siamo arrivati alla penultima "Flying High" che parte con una buona slide guitar acustica che si indurisce leggermente con l'ingresso della parte di guitar work elettrico. Suono cadenzato, quasi una semi ballad, molto mainstream, da ascoltare in macchina o a casa comodamente seduti con una birra in mano. Per concludere questo mini album abbiamo "The One", una classica rock song, commerciale al punto giusto da poter essere trasmessa da varie emittenti radiofoniche. Bene, cosa dire alla fine? Un plauso per i 40anni di carriera di questo artista e un giudizio più che discreto per un disco che magari non sarà da top ten ma avrà la capacità di soddisfare molte persone.
Roby Comanducci