Line up: Freddy Delirio – vocals, keyboards, Chris Delirio – drums, Paolo Oliveri – guitars, Alessandro Lupo – bass

Tracklist: The Light Scares You, Pyramidal Lymph, Phantoms, A Better Time, Once Again, New Eras, On The Threshold, No Mercy, Always Here, Platinum, Free Man, Pick Up The Bones, Pipeline, Anne Of Cleves

Ammettiamolo, una volta per tutte. L'Italia – che non è certo la culla del rock – ha però saputo dire la sua in questo campo musicale sfornando negli anni autentiche band culto e artisti di prim'ordine – spesso- ammirati e osannati oltre confine. Freddy Delirio è uno di questi personaggi; autentico personaggio e artista a tutto tondo che potremmo definire tra i più prolifici e talentuosi che il suolo italico abbia mai partorito. Tutti lo conoscerete per la sua militanza con i Death SS e con l'altra sua band più hair metal oriented, gli H.A.R.E.M. Ma non solo, il nostro è -oltre che eccellente vocalist e tastierista nonché navigato frontman – anche produttore, sound engineer, proprietario dell'Fp Recording Studio e ha dalla sua una lunghissima lista di collaborazioni e – ovviamente- live e tour un po' ovunque. Un Artista con la “A” maiuscola, che dobbiamo essere fieri di avere nella nostra penisoletta. Questo è il nuovo project che è derivativo dal precedente Freddy Delirio and the Phantoms e l'album “The Cross” (Black Widow Records) che ottenne ottimi responsi e portò la band ad esibirsi dappertutto. Ma adesso parliamo di questo – lo dico subito- gioiellino musicale ,“Platinum”. Da quando l'ho ricevuto non ho mai smesso di ascoltarlo, una piccola perla che andrà di diritto nella mia top ten di questo 2023. Spesso le recensioni le faccio “di getto” soprattutto se l'album in questione mi piace ma, capita, che pur piacendomi devo ascoltarlo diverse volte; e questo è il caso di “Platinum”. Troppo superficiale sarebbe stato buttare giù due righe al primo ascolto. Qui siamo al cospetto di un'autentica opera musicale rock che spazia in diversi generi tra cui il progressive rock, il rock sinfonico, l'heavy rock, avvalendosi di arrangiamenti orchestrali (non concepito come orchestra di musicisti ma come un autentico turbinio di suoni elegantemente strutturati e prodotti). Si calca la mano su un rock settantiano, si miscela Alice Cooper (anche come ugola il bravo Freddy ricorda qualcosa di Vincent!!! nda) con la tecnica dei King Crimson, l'heavy rock tra settanta e ottanta con la sinuosità di suoni Pinkfloydiani. Il tutto viene fatto con una professionalità rara, una meticolosità quasi maniacale e una prestazione degli artisti da manuale. Suoni perfetti, atmosfere cariche di pathos, ammalianti, tenebrose – alla fine i nostri trattano temi eterei, di altre dimensioni, di fantasmi e realtà parallele a quelle terrene - nelle quali la musica la fa da padrone, ti coinvolge dal primo minuto e per tutta la durata dei quattordici pezzi. Mai un calo, una nota fuori posto, un brano fuori luogo; ascoltando il disco sembra di entrare in un universo parallelo. Consiglio di ascoltarlo la sera, a luce soffusa e con un buon impianto stereo....magari con cuffie appropriate per cogliere le sue mille sfaccettature. A partire dall'opener “The Light Scares You” si entra in questa rock opera che cavalca ritmi a volte più lenti e a volte pomposi, si rimane ammaliati dall'incedere pompous e greve al tempo stesso di “Pyramidal Lymph”, dalla magneticità di un brano quale “Once Again”, dalla progressione insita nell'aggressiva “No Mercy”. Ogni song meriterebbe una breve recensione a se stante ma....se vogliamo riassumere questo disco possiamo tranquillamente farlo ascoltando direttamente l'opera “maxima”, la title track “Platinum” nei suoi quasi nove minuti di lunghezza. Un autentico capolavoro sonoro: si parte con un rock cadenzato, sempre molto seventies oriented (si rimembra l'Alice Cooper di Welcome to My Nightmare”) per poi arrivare nella parte centrale dove il bravo Freddy ci da una lezione di come va suonata una tastiera partendo in un lungo solo che avvolge l'ascoltatore in una masturbazione musicale di rara bellezza che poi viene seguita dal guitar work dell'eccellente chitarrista Paolo Oliveri che rende omaggio a David Gilmour in un solo da antologia, il tutto per poi riprendere col cantato nella parte finale. Capolavoro! Molto bella la cover dei seminali Angel Witch “Free Man” che vede come ospite lo storico bassista Kevin Riddles. Chiudono l'album due chicche strumentali “Pipeline” e “Anne Of Cleves”, quest'ultima marcatamente seventies e strizzante l'occhio ai mitici Goblin. Non vado oltre, questo per me è uno dei migliori dischi ascoltati nel 2023 e dovete assolutamente averlo!

Roby Comanducci

 

Lug 31

HOUSTON “Re-Launch III”

Written by

 

 

Line up: Hank Erix – lead and background vocals, Carl Hammar – lead guitar, Richard Hamilton – keyboards, piano, Niels Walter – bass guitar

. Additional musicians: Erik Modin – drums, percussion, keyboards, backing vocals, rhythm & acoustic guitars, Michael Palace (backing vocals & rhythm guitars on “Live Forever” & “Do You Believe”)

Tracklist: Live Forever, Slipping Away (Marc Jordan), Power Over Me (Atlantic), Heart Of Stone (Blackjack), She Don't Come Around (David Pack), Do You Believe, She's Out With A Gun (Van Zant), Modern Day Delilah (Van Stephenson), Sound Of A Breaking Heart (Prophet), Outrageous (Franke & the Knockouts), Running Back (Urgent), Live Forever (Remix), Do You Believe (Remix)


Era Stoccolma (Svezia ) ed era il 2010 quando per la prima volta gli Houston uscirono con il loro debut album omonimo. Ora, passati tredici anni, siamo al cospetto di questo "Relaunch III"; il concetto che sta alla base degli album "Relaunch" è che la band vuole fare luce su gemme AOR oscure e sconosciute scelte dalla loro personale collezione musicale, un omaggio a questi artisti e canzoni leggendarie. Un album, quindi con tante cover di brani di eccelso Adult Oriented Rock. Il gruppo è composto da Hank Erix voce e cori, Hammar chitarra solista, Richard Hamilton piano e tastiere, Niels Walter basso, Erik Modin batteria,percussioni, tastiere, cori e chitarra acustica e ritmica e Michael Palace (cori e chitarre ritmiche in "Live forever " e "Do you believe "). Il disco inizia con "Live Forever " un brano che va in crescendo con parti di chitarra veramente belle e interessanti. "Power over me" (cover degli Atlantic) è la terza traccia e si nota la capacità della band di mantenere le sonorità di un tempo passato suonandole ancora tremendamente e piacevolmente attuali. Lodevole è la cover di "She don't Come Around Anymore” (David Pack), dove le parti corali si integrano benissimo con il keyboards sound rendendo ancora più completo e intrigante il risultato finale che omaggia sapientemente l'originale. Ammirevole anche il risultato su “Sound of a breaking heart" (dei gloriosi Prophet) dove si assapora un certo sentore nostalgico di quella band con un nuovo ed elegante arrangiamento. Concludendo direi che per chi adora questo genere musicale “Re-Launch III” trattasi di un'ottima uscita, merito di un grande lavoro di questi ragazzi provenienti dal nord Europa che hanno omaggiato, mettendoci cura e perizia, grandi band che hanno fatto la storia del melodic rock mondiale.
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Luca