Giu 04

BLUT “Traum”

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Line up: Alessandro Schümperlin - vocals, backing vocals, programming, loops, synth, composer, producer, Chiara Manese - vocals, backing vocals, composer, Antonino Sidoti - guitars, synth, composer, Bruno Tortora - bass, editing, Stefano Morelli - drums

Tracklist: Premonition, Alpha, Seele, Auspizium, Wie Geht Es Dir (Traum), Deviation Into Exit, Du Bist Nicht Da, Alchemical Passion, Schatten, Wrong Soul, Verdammter Traum

Il 12 maggio è uscito il nuovo lavoro – il quarto - dei Blut, eccellente combo di musicisti made in Italy. Il progetto e la band stessa sono il frutto della fervida mente dell'artista Alessandro Schumperlin che inserisce nel suo songwriting e nelle composizioni un elegante mix di suoni e stili su base heavy ma che spaziano fino all'industrial, al gothic rock e addirittura strizzano l'occhio a momenti dark, il tutto calibrato con sapiente maestria e con un risultato finale decisamente intrigante. Oltre ad Alessandro Schumperlin troviamo alla seconda voce, la brava Chiara Manese che contribuisce non poco alla riuscita di questo album. “Traum” consta di ben undici tracce con sonorità molto intense e cupe e con chorus line ad effetto impreziosite dall'alternanza dei due vocalist in momenti decisamente ricchi di pathos che sfiorano quasi l'opera e frangenti granitici e poderosi con cantato in growl!!!! Un album di sicuro interesse per gli amanti dell'industrial e delle ambientazioni gotiche ma in grado – anche - di farsi apprezzare da un più vasto pubblico. Una nota particolare voglio darla ai tre brani cantati in tedesco, "Wie geht es dir", "Du bist nicht da" e "Schatte", a mio modestissimo parere le vere chicche dell'intero lavoro, espressive, esclusive e di grande effetto. Inutile girarci intorno, noi italiani, quando vogliamo, sappiamo far bene anche nel settore rock, e i Blut sono qui per dimostrarlo! Band info: https://blutband.com

Luca

Mag 28

 

 

 

Line up: Mark Evans - lead vocals, Reggie Wu - guitars, backing vocals, David Rath - drums, percussion, Steve Parry - guitars, backing vocals, Jaron Gulino – bass

Tracklist: Had Enough, Gone Gone Gone, Nothing Left But Goodbye, What Could’ve Been, When The Lights Go Down, Raise ‘Em Up, 9 Lives (My Immortal Life), Dirty Little Secrets, Beautiful Disguise, I’m Not The One


“Un disco per l'estate”, recitava il format di tanti anni or sono, si parla degli anni ottanta/novanta e si trattava di musica nostrana pop o dance. Cosa c'entra con questa recensione? Nulla. Hehe... No ok, non son impazzito. E' solo che, dopo l'ascolto di questo “Get It Right” dei riformati e (per fortuna!!!!!) rinati Heavens Edge, viene da pensare ad una sola cosa; l'estate, il caldo, le spiagge assolate e piene di belle fanciulle e tanto divertimento a ritmo di....sano rock'n'roll. Ecco. Se esistesse un format “un disco (Rock) per l'estate” i nostri di Philadelphia sarebbero tra i candidati al premio assoluto (almeno fino a questo momento!). Questa combo americano si formò nel lontano 1987 a Philadelphia e segui la scia oramai segnata da acts già consacrati nel settore del class metal americano e heavy rock come Bon Jovi, Britny Fox, Night Ranger et similia ma, purtroppo, non ottenendo gli stessi risultati in fatto di commerciabilità, vendite e fama. Eppure il loro primo lavoro fu ben accolto dai fans e dalla critica (l'omonimo album registrato nel 1989 appena rimessosi in sesto il bassista George G.G. Guidotti a seguito di un proiettile vagante sparato da un pazzo ad un loro show e uscito nel 1990...nda) e, tra l'altro, venne contrattualizzato da una major quale la Columbia Records. Poi, dopo il 1993, la band per varie vicissitudini si sciolse e, tranne qualche breve apparizione e una raccolta di demo e rarità considerata come secondo album "Some Other Place” (1998), non si è fatta risentire fino alla reunion datata 2013. Adesso, quindi, abbiamo finalmente il nuovo full lenght album, a tutti gli effetti il terzo della discografia con la medesima line up eccetto il bass player George G.G. Guidotti deceduto per malattia e sostituito da Jaron Gulino. Dieci tracce di frizzante e spumeggiante hard rock americano, pomposo ed edulcorato al punto giusto, carico di feeling e chorus line dal grande effetto che contribuiscono a creare un certo arena-sound impreziosito da fraseggi e un guitar work incisivo ma mai esagerato. Il pregio di Mark Evans e soci è la capacità di creare tante potenziali hit singles che, se le radio si decidessero a trasmettere ANCHE queste band e questo genere, farebbero la fortuna del gruppo e conquisterebbero sicuramente tanti nuovi fans. Non ci sono cadute di tono o momenti “down”; l'album sin dalla pompata e pulsante opener “Had Enough” è capace di farvi muovere il piedino e scapocciare la testa. Stesso dicasi per l'up tempo di “Lives (My Immortal Life)”, l'hard rock corposo di “Gone Gone Gone” ma anche dall'eleganza strutturale di certe song come “What Could’ve Been” che devono molto ai migliori Night Ranger. Un album, quindi, eccellente per il suo ammaliante risultato d'insieme, ricco di momenti positivi, ritornelli canticchiabili che si conficcano nel cervello e che, sono sicuro, saranno nella top list della vostra (calda) estate.

Roby Comanducci