Giu 22

THE DEFIANTS “Drive”

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Line-up: Bruno Ravel: Bass, Paul Laine: Vocals and Guitar, Rob Marcello: Guitar, Van Romaine: Drums

Tracklist: Hey Life, Go Big Or Go Home, 19 Summertime, What Are We Waiting For, Miracle, Against The Grain, So Good, Love Doesn’t Live Here Anymore, Another Time, Another Place, The Night To Remember, Nothing’s Gonna Stop Me No

A volte con un disco, nei negozi di musica, avrebbero dovuto regalare una confezione da 6 di lattine di birra. Purtroppo i negozi di dischi non esistono più e questo album avrebbe davvero meritato di essere sugli scaffali di ogni negozio con a fianco il giusto carburante per l'occasione! I Defiants hanno annunciato il loro ritorno con un nuovo album, il loro terzo in assoluto, "Drive", una fetta notevole di hard rock melodico. Paul Laine è tornato a lavorare con i suoi ex compagni di band ai tempi dei DANGER DANGER, Bruno Ravel e Rob Marcello, che sono gli altri due pilastri dei DEFIANTS, come per l'omonimo album di debutto della band. Il gruppo nasce su suggerimento di Serafino Perugino, presidente della Frontiers Music, e grazie alla label partenopea, nel 2016 esce appunto “The Defiants” il primo album del progetto, realizzato con il contributo di Van Romaine alla batteria. “The Defiants” è stato accolto con grande successo come un glorioso ritorno all'hard rock melodico degli '80 e '90, tanto da far caricare a pallettoni i romantici di quei gloriosi decenni. Nel 2019 Frontiers Music pubblica il secondo album della band, “Zokusho” (termine giapponese che sta ad indicare “nuovo capitolo” o “sequel”), realizzato con il contributo di Steve West alla batteria, anche lui di fama Danger Danger. Ora, dopo altri quattro anni di attesa tra un album e l'altro, i Defiants tornano con "Drive", forse il loro più grande successo musicale... finora. L'album risulta subito molto maturo anche se molte influenze anni 80 tendono a non inquadrare perfettamente una direzione ben precisa. “Hey life”, potente song di apertura, parte incisiva ma leggermente fuorviante rispetto al resto dell'album, che, anche se ricco di riff potenti, mantiene un sound sempre piu morbido, canzone dopo canzone. “Go Big Or Go Home” prosegue l'escalation verso la melodia, con chitarre potenti e un ritornello aperto e morbido, gli assoli incalzanti vengono però quasi soffocati dell'arrivo del singolo, “19 summertime” che si potrebbe sicuramente sentire in radio, con alcune sfumature pop e insieme a “Against The Grain” denota una piacevole quantità di influenze “bonjoviane” (il primo Bon Jovi ovviamente), soprattutto nell'impostazione vocale di Laine. “What Are We Waiting For” è un ulteriore cambio di influenze, con un sint di apetura (non nuovo nell'album ma sicuramente qui, più marcato che altrove) a delineare un suono di altri tempi, per poi svoltare in un ritornello quasi pop punk anni 90. Si torna indietro di 10 anni con “Miracle”, che regala nuovamente un tributo agli anni 80: cori e suoni ispirati ai Def Leppard. “So good” potrebbe anch'essa essere un singolo da radio estiva, con riff molto più pop, la voce morbida e coinvolgente contrasta la durezza della chitarra quasi come gustare dell'ottimo brie e spalmarci sopra del peperoncino, non per tutti! “Love Doesn’t Live Here Anymore” è il pezzo senza dubbio più ispirato del disco: ballad veloce e potente, un po come quando la tua fidanzata ti lascia e da bravi rocker non stiamo sul divano a mangiare popcorn ma aspettiamo l'arrivo del nostro migliore amico che suonerà alla porta alle 3 di notte con 2 birre (quelle che dovrebbero regalare con il disco) e guardandoci negli occhi ci ascolterà gridare, mentre gironzoliamo nel campetto da basket dove giocavamo da piccoli. In conclusione, un album che non spicca per originalità, con tantissime influenze prese dai grandi degli anni 80, ma che scorre bene dall'inizio alla fine, con suoni molto ben curati e una chitarra molto ispirata in tutti i pezzi! Un hard rock che non vuole insegnare niente a nessuno, vuole solo farti muovere la testa e saltare all'impazzata! E non è forse questo il vero senso della festa?

Iven

Giu 20

 

 

Line up: Daniel Melani – vocals on track #1, Edoardo Peruzzi - vocals on track #5, Lorenzo “Bobby” Masi - vocals on track #7, Smilzo - vocals on track #9, Mr. Jack - vocals on track #11, Gabriele Bellini - guitars all tracks and vocals #2, bass and drum programming #10, Giacomo “Jac” Salani – bass on tracks #1 #5 #6 #7 #9 #11, Michel Agostini - drums on tracks #1 #2 #3 #5 #6 #7 #8 #9 #11, Lorenzo “Bug” Meoni - bass on tracks #2 #3 #8.

Tracklist: Veritas Filia Temporis, Inverso, Metaverse Era, Afterall, Resilient Moment V.O.R., Rockdown, Air On The G String, Element, Only One Planet, The Whole

Molti di voi sapranno (perlomeno chi segue i miei scritti da anni, dai tempi in cui militavo su “Flash” magazine ecc....) del mio incommensurato amore per lo strumento a sei corde, per tutti i miliardi di suoni che scaturiscono da una chitarra. Sono un chitarrista mancato, lo ammetto, ma ho paura che, anche se avessi proseguito a strimpellare la chitarra e avessi iniziato a suonare in qualche band, la mia qualità sarebbe sempre rimasta sullo scarso andante. Tanté. Infatti ho riversato il mio amore seguendo le sorti della maggior parte dei guitar hero apparsi sul pianeta terra, dai grandi eroi dei sixties/seventies all'epoca Mike Varney e i “velocisti” della sei corde ottantiana, fino ai giorni nostri. Beh...ammetto di avere una bella collezione di questi personaggi e, ogni qualvolta me ne capita uno “nuovo” sotto tiro faccio mia la recensione....costi quel che costi. Lo ammetto: Mr. Bellini non lo conoscevo ed è stata una graditissima sorpresa ascoltare le gesta di questo autentico axe man, maestro di chitarra e con oltre trent'anni di carriera alle spalle; non un “nuovo” guitar player giammai...bensì un musicista con la 'M' maiuscola che ha già partorito una moltitudine di album solisti e altri side project. Prima cosa, è italiano, e questo mi fa godere a mille; siamo sempre stati offuscati dal fenomeno straniero relegando sovente gli eroi nostrani in secondo piano. Sbagliato!!! Gabriele partorisce un album non strumentale ma anzi, con l'ausilio di diversi vocalist e di liriche in inglese ed in italiano, e tutto fila via nel migliore dei modi con una fluidità stupefacente senza annoiare anzi, ammaliando, traccia dopo traccia l'ascoltatore. Il nostro ha una tecnica sopraffina, è assolutamente originale e, se proprio volete un termine di paragone, a tratti e solo in alcune song sembra di percepire il sound del nostro Alex Masi oramai americanizzato dagli anni ottanta. Bellini riesce ad unire stili differenti dal rap, anzi la trap, al metal, dal crossover all'avanguardia sonora, dall'heavy rock alla sperimentazione. Ho detto trap?!?!? Eh si....e non dico una stupidata, ascoltate attentamente cosa il maestro riesce ad amalgamare insieme su “Element” con un trapper “Smilzo” alla voce, un risultato assolutamente imprevedibile e...godibilissimo! Nella strumentale “Only One Planet“ compare lo spettro del già menzionato Alex Masi nel periodo del suo capolavoro “Attack of The Neon Shark”, il tutto però, sempre con l'originalità del sound di Roberto che non “deve nulla a nessuno” ed altra chicca è “Metaverse Era” un turbinio di “suoni e colori” che fa spaziare la mente, fa volare le immagini rendendo la vostra stanza un cosmo pieno di stelle. Un brano fantastico. Se amate invece il suono ed il calore di una chitarra acustica, il suo manto velato di eufonie sempre sostenute da una tecnica sopraffina, fate vostra la traccia “Afterall”. Pregevoli anche le song cantate tra cui menzionerei “Inverso”, tra l'altro con Bellini alla voce che si dimostra anche buon vocalist. Brano rock a tratti sperimentale e comunque carico di energia. Molto interessante la parte vocale di Edoardo Peruzzi nella bella rock song “Resilient Moment “ che sembra una versione più heavy degli INXS. Direi di fermarmi, altrimenti scrivo due pagine di recensione e, onestamente, non sarebbe sbagliato considerato il valore di questo album ….ma lascio a voi la gioia di scoprirne tutti i segreti. Da avere assolutamente!
https://www.facebook.com/gbgabrielebellini/

Roby Comanducci