Ott 19

NITRATE “Feel the Heat”

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Line up: Nick Hogg - bass guitar, Alexander Strandell - lead vocals, Tom Martin – guitars, James Martin – keyboards, Alex Cooper – drums, Richard Jacques – guitars

Tracklist: Feel the Heat, All the Right Moves, Wild in the City, Needs a Little Love, One Kiss (To Save My Heart) (featuring Issa), Live Fast, Die Young, Haven't Got Time For Heartache, Satellite, Strike Like a Hurricane, Big Time, Stay

I britannici Nitrate, fondati dal bassista Nick Hogg, sono usciti in questi giorni con il loro quarto full lenght album. La band è composta da Nick Hogg al basso, Alexander Strandell alla voce, Tom Martin chitarra, James Martin alle tastiere, Alex Cooper batteria e Richard Jacques chitarra. Il gruppo di Nottingham crea una goduriosa miscela di melodic rock e AoR, ispirato molto agli anni '80 e con influenze del calibro di Def Leppard, Europe, Journey e Bon Jovi. Il disco è composto da undici brani e troviamo come “ciliegina sulla torta” le guest chorus line della brava e bella female singer Issa su “One Kiss (To Save My Heart)” e anche le backing vocals del leggendario Paul Laine dei seminali Danger Danger. Il risultato, infatti, è di grande effetto, fregiato da un'intensa alchimia sprigionata dall'alternanza delle vocals. "Haven't got time for heartache" e "Strike lite a hurricane" sono altri due brani che mi permetto di elevare dalla media dell'album per merito della loro energia e del sound più “corposo”. In definitiva un bel dischetto questo "Feel the Heat" che potrà fare felici parecchi rockers.

Luca

 

 

 

Line up: David Ericsson - vocals, bass guitar, Viktor Henriksson - vocals, drums, John Sijbren Leonard - vocals, guitar, - Petter Heinemann - vocals, guitar

Tracklist: And Then I Heard About The Groove, Electric Jihad, City Girl, Just Like Before, Sorry State, Losing Ground, Those Without Power, Terror, Resignation Boogie, She Makes Me Wanna

E bravi questo “svedesotti” che al secondo full lenght album riescono a convincere e ammaliare con il loro giusto connubio di rock'n'roll, energia “punk”, rock e passaggi dedicati ai famigerati anni '60 con il classico doo-wop del periodo. Devono molto ai conterranei Hellacopters ma, in definitiva, David Ericsson e soci, riescono ad emergere con un loro delineato stile; nulla di trascendentale o innovativo (nel genere in questione, poi, l'innovazione è sempre fine a se stessa....nda) ma un prodottino di sicuro effetto ed impatto che non mancherà di farvi “muovere il piedino” e divertire con gli amici. A detta degli stessi si voleva ottenere un suono con più armonie nelle voci e più “struttura” nel guitar work; bene, credo proprio che siano riusciti nell'impresa e questo “Electric Jihad” è capace di coinvolgere l'ascoltatore in song quali “City Girl” impreziosita dai coretti doo-wop di cui sopra e ruffiana al punto giusto. Le chitarre hanno sicuramente un ruolo importante ma soprattutto in veste armonica-strutturale. Troviamo grandi riffoni che si conficcano nel cervello, se cercate invece l'iper tecnica scegliete un altro album. Ma questo dischetto è un basilare album di rock che piace per il suo insieme e sarà apprezzato per la sua spensieratezza ed energia. Le song si equivalgono, non riesco a trovarne una che svetti per qualche peculiarità ma basta che ascoltiate la veloce “Those Without Power”, la dirompente opener “And Then I Heard About The Groove” o il rock pulsante di “Just Like Before,” e capirete subito di che pasta son fatti questi Dictator Ship's. Interessante!

Roby Comanducci