Line up: Alirio – vocals, Adriano Daga – drums, Felipe Andreoli - bass

Tracklist: All Things Must Pass, Let It All Burn (Feat. Hugo Mariutti), Here I Am, Back To The Roots, The First Time, Edinburgh, Back To The Light (Feat. Andria Busic), I’m Still Here (Feat. Ivan Busic), Grey (Feat. Arnel Pineda), You Hate (Feat. Alberto Rionda), Breeze (Bonus Track Digital), Come With Me (Bonus Track Digital), Gipsy ( Bonus Track Digital Feat.Livia Dabarian), Mentiras (Feat. Alberto Rionda) (Bonus Track Digital), Nada Se Compara (Bonus Track Digital)

Ciao a tutti amiche ed amici di Cathouse… avete passato bene queste vacanze estive?! Come avete notato, non vi abbiamo mai lasciato da soli nemmeno per un mese ed oggi, sarò lieta di recensirvi quella che ritengo una delle più piacevoli scoperte nel panorama del Rock attuale: “All The Things Must Pass” degli ALIRIO. Se dobbiamo definire con un solo aggettivo il frontman della band, Alirio, da cui ne deriva la sigla dell’omonima band, sicuramente gli accosteremo il termine Fantástico, in quanto, oltre ad essere una delle voci rock più riconosciute in Brasile è –udite udite- anche un grandissimo attore! Inoltre, è impressionante come la sua voce sia potente e la sua energia prorompa in tutto l’album. Sul lato cinematografico, invece, Alirio ha partecipato a diverse produzioni teatrali, incluso “Galileo” in “We Will Rock You”, il musical ufficiale prodotto dai Queen. E’ stato anche annunciato come nuovo cantante della band Queen Extravaganza, la quale ha portato Roger Taylor ad affermare: “Alirio non è solo un vocalist superlativo, è anche un grandissimo showman.” “All the things must pass”, è un album che non segue una linea coerente, in quanto si passa da una sonorità pop/rock con “Edinburgh” al modern rock “Back To The Light”, oppure in “Let It All Burn”, per poi spaziare anche in melodie più soft come nelle ballads “Here I Am”, “Grey”, e “The First Time”. Tutto sommato, è un album che si lascia ascoltare oltre a trasmettere una scarica di adrenalina da subito. Se volete immergervi per mezz’oretta in atmosfere adrenaliniche e un pò sopra le righe, questo album fa proprio al caso vostro. Nel complesso posso affermare che è stata una grandissima scoperta e non mi resta che augurarvi un buon ascolto!

LaGlo

Ago 27

CRUZH "Tropical Thunder"

Written by

 

 

Line up: Alex Waghorn - lead and backing vocals, Anton Joensson - lead and rhythm guitars, acoustic guitars, backing vocals,  Dennis Butabi Borg - bass, backing vocals, Matt Silver - Drums&Percussion, backing vocals,  Erik Wiss - keyboards and piano

Tracklist: Tropical Thunder, We go together, Turn back time, Are you ready, Cady, New York nights, All you need, Line in the sand, Moonshine Bayou, Paralyzed, N.R.J.C.

I Cruzh sono un combo svedese nato dalle ceneri del progetto glam TrashQueen, giunti al secondo disco caratterizzato dall’introduzione nella band del nuovo singer Alex Waghorn. Il loro campo d’azione è l’AOR e l’hard rock “easy listening”, basato su riffeggi ben costruiti e accoppiate a trame melodiche ariose, cori possenti e occasionali cavalcate più aggressive; in un certo senso una scelta obbligata per la Frontiers interessarsi al loro talento. Due caratteristiche apparentemente contrapposte si affacciano nel descrivere questo lavoro: se vogliamo da un lato sembra rispettare molto fedelmente i canoni “classici” del genere, riproponendo una serie di schemi di song che sono quelli che ci si attende nel genere, dalla ballad più emozionale (“Line in the sand”) alla cavalcata epica (l’opener “Tropical thunder”) al mid tempo dal riffing accattivante (“Moonshine Bayou”), classici e ben eseguiti fino al limite della mancanza di personalità; dall’altro l’ascolto ripetuto dimostra come la band abbia un ottimo senso estetico musicale, quindi gli stessi prevedibili ingredienti non sono di danno alla resa musicale del disco. Si può parlare di una reinterpretazione che senza timore va sul sicuro e si basa sulla fiducia nelle proprie capacità compositive per fare un ottimo lavoro. Guardando in generale a quanto si trova nel disco, sono preponderanti i momenti melodici e che in vario modo puntano sull’emozionalità dell’ascoltatore; il riffing è deciso e marcato, qua e là intervallato da qualche momento acustico; mentre il registro vocale cerca continuamente il tono più basso e quasi “sussurrato” per coinvolgere. Proprio nella resa delle linee vocali si riscontra, credo, il punto forte del lavoro, che grazie ad esse, ben interpretate e varie, conta per dare efficacia e colpire l’ascoltatore. Il resto del lavoro è professionale e senza pecche, ma neppure momenti da ricordare, ritengo; la produzione è ben fatta, perché da una grossa mano nel sottolineare l’ottimo lavoro del cantante; al netto della serie di piccoli difetti che ho comunque doverosamente elencato, quello che risalta è come il disco riesca nell’intento e dia un ottimo risultato a livello di coinvolgimento ed efficacia delle canzoni. Concludo dicendo che questa band merita certamente una grande attenzione, per come sono riusciti a rendere in questo disco, pur senza (ripeto, a mio avviso) una forte motivazione all’innovazione e quindi senza troppo rischiare in fase di composizione. Dall’altra parte con la loro interpretazione e il talento dietro al microfono di mr. Waghorn, essi riescono a dare un caratura notevole al disco, che non stanca e risulta molto piacevole. Per questa ragione riconosco che il loro talento è indiscutibile, e se hanno ancora un margine di miglioramento, per i motivi detti, ciò non significa che in questo platter non sia contenuto un ottimo lavoro, che certamente merita l’ascolto e la mia completa promozione.

Nikki