Set 06

 

 

 

Line up: Margarita Monet - vocals, keys, Dave Bates – guitars, Jamie Moreno – drums, Ricky Bonazza – bass

Tracklist: Digital Paradise, My Method Your Madness, Tidal Wave, The Unknown, Believe, False Idols, You Touch You Die, One Last Time, Leaving Earth, Bound To The Rhythm, My Method Your Madness (Industrial Remix) - bonus Track

Eh si cari miei, stavo proprio aspettando con ansia il nuovo album in studio, il quarto per l'esattezza, di questo ottimo combo di musicisti Losangeleni capitanati dalla bella e soprattutto brava female vocalist Margarita Monet. La band esiste dal 2011 con il loro esordio (indipendente) dal titolo “Mask” e in questi dieci anni ci ha regalato ottime prove musicali in studio. Amiamo la loro capacità di miscelare sinfonie, vocalizzi della brava Monet, atmosfere eteree in contrapposizione a fraseggi metal e arrangiamenti pomposi senza però cadere mai nella “trappola” del canonico progressive metal. Anzi, qui si va ad esplorare un sound più modern rock a tratti anche con accenni alternative-elettronici (ma solo negli arrangiamenti) che rendono lo stile degli Edge of Paradise sicuramente originale e carico di adrenalina e ammalianti eufonie. La capacità di questa band è il saper proporre song che possano essere assimilate con facilità per merito di una melodia insita molto forte e anche “commerciale” che però viene sorretta sapientemente da un suono assolutamente e indiscutibilmente heavy e, per capire esattamente quanto appena scritto, ascoltatevi la bellissima opener “Digital Paradise”. Il loro modern rock salta fuori nella sua piena verve in “My Method Your Madness” che viene anche riproposta nel finale remixata e come bonus track. Inutile dire che la voce di Margarita è il punto forte del disco; un'ugola dalla bellissima tonalità, forse non esageratamente modulabile ma in grado di valorizzare le canzoni con una timbrica eccelsa ed anche una discreta estensione vocale. Ascoltatevi la sublime interpretazione di Margarita nella lenta e poi cadenzata “The Unknown” e mi saprete dire. Inoltre gli Edge of Paradise sono capaci di cavalcate pompose quali “False Idols” ma in definitiva tutti i brani sono caratterizzati da un ottimo guitar work e un mirato uso delle keyboards per creare l'atmosfera ideale ed il giusto mood. Non posso che consigliarvi spassionatamente questo album, indubbiamente una delle migliori uscite discografiche di questa prima parte del 2021!

Roby Comanducci

band info

 

Set 02

ROBIN RED "Robin Red"

Written by

 

 

Line - up: Robin Red - lead vocals, backing vocals, bass, Dave Dalone - guitars, synth, backing vocals and percussion, Mats Eriksson - drums, Eric Modin - percussion, Joan Eriksson - grand piano, background, vocals, Jona Tee - organ, Ppetra Eriksson - background vocals 

Tracklist: Don't leave me (with a broken hearth), (I am A) bad habit, Everlyn, Freedom, Midnight Rain, Can't get enough, Reason to survive, Heart of stone, Nitelife, Head over Heels, Living Dead, Living for

Quello che abbiamo per le mani è il primo disco solista di Robin Red, cantante degli svedesi Degreed. L’ambizioso obbiettivo era di prendere spunto da alcuni suoi miti del rock melodico come Bryan Adams, ma tale ambizioso proposito è stato accolto con favore dalla Frontiers che gli ha permesso di mettere in piedi una band di tutto rispetto, in cui spicca Dave Dalone degli H.E.A.T. come chitarrista e produttore/compositore, per realizzarlo. Cosa troviamo dunque in questo disco? Beh, devo dire, troviamo una verve compositiva da parte dei protagonisti assolutamente notevole, e numerosi sono i pezzi che restano in mente di questo platter. Buono il lavoro di Mr.Dalone in fase di creazione, ma assolutamente eccellente anche quello di Robin e del resto dei musicisti coinvolti in fase di arrangiamento e interpretazione; a finire il tutto la produzione è a mio avviso eccelsa, i suoni sono curati e pieni, perfettamente adatto al genere proposto. Forse vi sembra che stia esagerando? Andiamo con ordine. Un lavoro di questo tipo, nato con questo genere di ispirazione, è a forte rischio di finire nel classico tributo ai bei tempi che furono, a suon di cori e ritmi coinvolgenti, ben confezionati da un riffeggio avvolgente e dai cori; se però non risulta stucchevole, e anzi entra in testa e accompagna piacevolmente un numero anche elevato di ascolti, bisogna riconoscergli il merito di aver superato una prova non banale. Questo è quanto è stato compiuto da questo lavoro. Molto buona io credo sia la capacità di Mr.Red di essere espressivo con la voce, dando carattere vero alle canzoni, ed esprimendosi sempre in modo potente ma estremamente espressivo, e riuscendo così a trarre il meglio dal solco tracciato dalla band, che è professionale e precisa nell’esecuzione, dando così la perfetta base per la riuscita musicale delle tracce. Non aggiungo molto sul genere, si tratta di un rock davvero “easy listening” su cui non serve dilungarsi, al contrario invece della capacità espressa da questo lavoro di rendere ancora un ottimo servizio al genere con una nuova piccola perla. Finisco aggiungendo solo che per quanto possa apparire banale, in diverse canzoni (“Night life” ad esempio) ho riascoltato con piacere costruzioni tra riff e tastiere apparentemente scontate, ma che in realtà dimostrano bene come si possa continuare su certi schemi a patto di avere capacità compositive e di esecuzione. Buon ascolto!

Nikki