Ott 05

 

 

 

Line up: Nick Workman – vocals, Tom Martin – bass, James Martin –keyboards, Marcus Thurston – guitar, Billy Taylor – guitar, Pete Newdeck – drums

Tracklist: Beautiful Lie, Sooner Or Later, End Of The Fade, Ain't Who I Am, Welcome To Wherever, Bring The Riot, Live For Me, Kneel To You, Glow, C'mon, Had Enough, 2Die4

Dal Regno Unito, dopo un anno dall'ultimo "Grit Your Teeth", tornano i Vega con questo fiammante disco “Anarchy And Unity”, il settimo della loro carriera iniziata nel lontano 2009. Band molto amata in patria e conosciuta e stimata in tutto il mondo per la sua classe ed il sound cristallino e diretto del loro Aor venato da forti tinte hard. In questo lavoro entrano in line up due nuovi membri, Billy Taylor (ex-Inglorious) alla chitarra e Pete Newdeck (Nitrate, Midnite City) alla batteria e la band capitanata dal vocalist Workman ci regala cinquanta minuti di musica ottimamente suonata ed arrangiata con la solita maestria di cui sono ben capaci. Le tracce presenti ammaliano e avvolgono l'ascoltatore in un turbinio di note intriganti e pregne di melodia ma con sempre quel pizzico di “commerciabilità” che le rende potenziali hit radiofoniche e un buon guitar work a sorreggere il tutto; esempio su tutte l'elegante “Ain't Who I Am” che potrebbe ricordare i Gotthard di “Human Zoo”. Altri ottimi esempi di rock di classe sono “C'mon”, l'opener “Beautiful Lie” ma anche l'fm rock di “Welcome To Wherever”. Album quindi godibilissimo, non un capolavoro, ma sicuramente da acquistare per la vostra personale collezione di buona musica.

Roby Comanducci

 

 

Tracklist: Between Worlds, These walls, Life enough for me, Times of change, No escape, Soul Chaser, Scent of an angel, Beautiful disaster, Flip the script, Beneath the surface, Calm before the storm

Line up: Mike Munroe - vocals, Alessandro del Vecchio - keyboards, backing vocals, Pete Alpenborg - rythm guitars, Jack Frost - lead guitars, Alex Jansen - bass, Michele Sanna - drums, John Lee Middleton - bass on "No escape", Joel Hoekstra - lead guitar on "Soul Chaser", Chris Caffery - lead guitar on "Scent of an Angel" and "No Escape"

Il disco che recensisco oggi ha avuto una lunga gestazione, in quanto arriva a circa due anni dall’incontro di due nomi come Alessandro Del Vecchio e Ronny Munroe, che fin da subito iniziarono a lavorare all’idea di un disco assieme, nell’ottica di riproporre un progetto classic/power metal sulla scia delle vecchie collaborazioni di Ronny, ovviamente a partire dai Metal Church. Il lungo periodo trascorso, solo in parte dovuto agli impegni artistici di entrambi, ha portato a un buon risultato, decisamente orecchiabile e in parte sufficientemente innovativo, che ripaga sicuramente l’attesa. Innanzitutto il progetto musicale creatosi ha raccolto alcune vecchie conoscenze di entrambi, che si rivelano ben affiatate, e diversi guest di spessore, su tutti (parere mio) Chris Caffery dei Savatage; al di là dei nomi la proposta si rivela solida e con il consueto mestiere nel ruolo di compositore Alessandro ci guida nuovamente in un lavoro di tutto rispetto in ambito heavy. Il genere proposto ha le sue solide basi nel metal più power ed epico d’oltreoceano, nomi come Crimson Glory ma anche gli stessi Savatage nelle parti più d’atmosfera come riferimenti non stupiranno i lettori. Si nota all’interno del disco una digressione tra la prima parte più diretta e suonata, che man mano passa a una sezione più d’atmosfera e incentrata sul lavoro alle tastiere di Alessandro (si pensi a “Scent of an Angel”); la chiusura del disco è poi affidata alle più aggressive “Beneath the surface” e “Calm before the storm”, ma il culmine compositivo del disco mi pare l’ottima “Beautiful disaster” che interrompe l’appena citata digressione melodica a metà del lavoro. Il tutto accompagna molto bene, con un’ampia gamma di tracciati melodici, la perfetta esecuzione delle linee vocali del singer d’oltreoceano. E’ in effetti questo in sintesi il grande pregio di questo lavoro: permette alla voce dell’ex Metal Church di mostrarsi nei suoi vari registri, dimostrando i suoi pregi, il tono roco ma molto melodico, l’estensione e la potenza, quindi il suo essere perfettamente a suo agio in un lavoro dallo stile classico ma che si permette alcune importanti divagazioni melodiche. Unica pecca, secondo me, la produzione, forse concentrandosi nettamente sul mettere in risalto il cantato, pecca un po’ nella resa della sezione ritmica, in particolare della batteria e in alcune linee di accompagnamento alla chitarra. Al netto di ciò, il disco è ben ispirato e riuscito, e il tempo speso (al di là di quanto sia stata effettivamente lunga la parte creativa, per i motivi già inizialmente menzionati) ha dato i suoi frutti. Un ottimo lavoro in ambito metal e un ascolto consigliato.

Nikki