Ago 11

 

 

Line-up: Dee Snider – vocals, Charlie Bellmore – guitars, Nick Petrino – guitars, Russell Pzütto – bass, Nick Bellmore – drums

I Gotta Rock (Again), All Or Nothing More, Down But Never Out, Before I Go, Open Season, Silent Battles, Crying For You Life, In For The Kill, Time To Choose (feat. George “Corpsegrinder” Fisher / Cannibal Corpse), S.H.E, The Reckoning, Stand

Come lui nessuno mai, o quasi. Si può considerare questo arzillo ed in formissima sessantaseienne come una delle ultime icone viventi del movimento hard'n'heavy mondiale. Il leader e singer delle “Sorelle Svitate” (ma anche di tanti altri progetti solisti e side project band quali Desperado, Widowmaker) iniziò nel lontano 1975 a calcare i palchi di tutto il mondo e ben presto, con i Twisted appunto, si impose in tutto il globo come uno dei frontman più apprezzati, rispettati e validi di sempre. Ci aveva lasciato poco prima del periodo covid con l'album “For The Love of Metal” e poi, con mia immensa sorpresa, eccolo ricomparire con questo fiammante ed ultimo full lenght album, “Leave a Scar”. Mi sono quindi precipitato all'ascolto delle dodici tracce presenti forte dell'adrenalina ancora in corpo che mi aveva preso all'ascolto del video single “I Gotta Rock (Again) e ritrovo proprio la suddetta song come opener del disco; un autentica anthem song, potente, ruvida, un'arena song che sarà la gioia dei fans del lungocrinito e biondo vocalist nelle prossime esibizioni dal vivo. L'album, quindi parte in 'pompa magna' con l'opener track e poi prosegue su binari molto heavy oriented; il sound è grezzo, i due chitarristi cesellano riff che sono autentici pugni nello stomaco, la saturazione del suono e la corposità delle tracce è assai pesante mantenendo sempre, però, un arrangiamento che si ancora sempre all'hard rock anche se, in molte tracce, si potrebbe tranquillamente parlare di heavy sound -a tratti quasi speed- come la potente e Motorheadiana “Time To Choose” featuring George “Corpsegrinder” Fisher dei Cannibal Corpse alla seconda voce solista. Se invece volete ascoltare echi dei Twisted Sister selezionate sul vostro lettore cd “Crying For You Life” ma attenzione, il qui presente “Leave a Scar” vive di luce propria e ha un suo ben definito stile; piace molto la corposità del sound e l'accostamento di un arrangiamento moderno e assolutamente aggressivo che non lascia scampo ai padiglioni oculari dell'ascoltatore. Altra traccia da cardiopalma è l'up tempo “The Reckoning”. Unico neo di questo full lenght album è che nella sua totalità non pecca un poco per originalità compositiva o meglio, ci sono le song menzionate che da sole potrebbero valere l'acquisto del disco ma in alcune tracce manca qualcosa, sono più anonime anche se non lesinano per potenza e adrenalina, ed è un peccato perché, altrimenti, si poteva dare un voto altissimo (un 5 su 5) al buon Snider. In ogni caso, lunga vita a questo artista che ancora oggi ci delizia con la sua ugola che sembra non sentire il passare del tempo.

Roby Comanducci

Ago 02

RIAN “Twenty Free”

Written by

 

 

Line-up: Richard Andermyr – vocals, guitars, Jan Johansson - drums, Jonas Melin - bass, Tobias Jakobsson – lead guitar

Tracklist: Stop, In The Dark, Where Do We Run, Twenty-Three, For Your Heart, We Belong, My Ocean, Body And Soul, The Passenger, Stranger To Me, Your Beauty

Amici del Cathouse, allacciate le cinture che vi portiamo a fare un giro (di nuovo) nel Mar Baltico. Oggi, precisamente, approdiamo a Stoccolma in Svezia coi Rian. I Rian da subito dimostrano una passione per gli anni Ottanta, infatti in “Twenty Three” é possibile ascoltare influenze di Bon Jovi, Dokken, Europe, Winger e White Lion. L’album è orecchiabile e scorrevole oltre ad essere un piacere ascoltarlo. “Twenty-Three” si apre con il primo singolo: “Stop” una canzone con un ritornello in grado di rimanerti in testa come un tormentone estivo passando poi per ballad e semi- ballad, come “Your Heart”, “My Ocean” dall’intro con le onde del mare e “The Passegger”. Twenty-Three è prodotto dal pluri-strumentista Daniel Flores ed è la seconda uscita discografica dopo “Out Of Darkness” nel 2017. Nel complesso questo nuovo full lenght album merita un ascolto, è un album davvero piacevole in grado di farti sognare il “Sunset Strip” degli anni d’oro, quello che per chi ha la passione per il genere sognerebbe di vivere o (ri) vivere almeno una volta. Non mi resta che augurarvi un buon ascolto, e stay rock!

LaGlo