Roberto

Roberto

I leggendari hard rocker Night Ranger pubblicheranno il loro dodicesimo album in studio, "ATBPO" il 6 agosto 2021 tramite Frontiers Music Srl. "ATBPO" sta per And The Band Played On, un'ode al fare musica durante l'era covid. Sarà disponibile su CD e vinile (diverse edizioni limitate, versioni in vinile a colori), nonché in digitale su tutte le piattaforme di streaming. Oggi, godetevi il loro primo assaggio dell'album con l'uscita di "Breakout", il primo singolo e video musicale.

Line up: Line-Up: Jack Blades - Bass and Vocals, Kelly Keagy - Drums and Vocals, Brad Gillis - Guitars, Eric Levy - Keyboards, Keri Kelli – Guitars

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Frontiers Music Srl è entusiasta di annunciare l'uscita dell'album di debutto di uno dei loro nuovi progetti più entusiasmanti, una collaborazione tra la potente vocalist finlandese Noora Louhimo (Battle Beast) e Netta Laurenne (Smackbound), sotto il moniker Laurenne / Louhimo. "The Reckoning" uscirà il 9 luglio 2021 su CD / LP / Digital. Oggi, potete avere il primo assaggio dell'album con i ritmi martellanti del singolo di debutto e del video musicale, "Bitch Fire", che presenta un assolo di chitarra del guest guitar player Samy Elbanna dei Lost Society.
 
 
Mag 23

TOMMY LEE “Andro”

 

 

 

Line up: Tommy Lee: drums, backing vocals

Tracklsit: Knock Me Down (feat. Killvein), You Dancy (feat. Lukas Rossi), Ain’t Telling Me Nothing (feat. PAV4N), Soma Coma (feat. Shotty Horroh), When You Were Mine (Prince cover) (feat. Lukas Rossi), Hot Fudge Sundae (feat. Josh Todd), Caviar On a Paper Plate (feat. Mickey Avalon), Leave Me Alone (feat. Killvein), Demon Bitches (feat. Brooke Candy & Moon Bounce), P.R.E.T.T.Y. (feat. King Elle Noir),Tops (feat. Push Push), Make This Storm (feat. King Elle Noir), Make It Back (feat. PLYA), Tommy Lee (Tommy Lee remix) (feat. Post Malone & Tyla Yaweh)

Allora amici rockettari, mettetevi comodi, ben seduti e con calma , se volete, schiacciate “play” del vostro lettore cd per l'ascolto di “Andro” (album uscito ad Ottobre 2020 ma solo adesso in mio possesso...nda!!) Ammesso e concesso che stiamo parlando di uno dei batteristi più quotati dell'intero panorama rock mondiale. Ammesso e concesso che il medesimo drummer è anche colui che picchia le pelli in una delle band rock'n'roll più famose al mondo. Ammesso e concesso che il qui presente ed arzillo sessantenne è indubbiamente un pazzo scriteriato capace di mille peripezie non solo musicali. Beh. Dopo aver appurato tutto questo veniamo incontro alla nuova fatica in studio di Mr. Tommy Lee: “Andro”. Ok. Tommy è un TAMARRO, il dato è appurato e sappiamo tutti che il personaggio in questione è da sempre stato il più “stravagante” in quanto ad influenze e gusti musicali dei quattro della “Ciurmaglia Colorita”. Già in passato con la sua project band Methods of Mayhem, Lee andò ad accarezzare sentieri industrial/nu metal/rap, con anche un discreto risultato a mio modesto parere. Inoltre sappiamo bene l'amore del drummer per la “musica nera” da ghetto e di tutto quel mondo pazzoide e colorito che gli gira intorno. Infatti questo “Andro” non c'entra assolutamente nulla con il mondo rock (se non per alcune tracce) e men che meno con l'heavy ma anche l'alternative. Scordatevi tutto questo; il qui presente album è un accurato mix di dubstep, elettronica, hip hop, rap dove Lee si avvale della collaborazione di illustri ospiti del settore e cesella quattordici tracce una diversa dall'altra senza un filo conduttore ma, credo, una gran voglia di far casino registrando le sonorità a lui più care in questo periodo. Fare una recensione di questo disco su Cathouse è abbastanza insolito, ma al buon Tommy glielo devo/dobbiamo, non per altro per tutto quello che ha fatto coi Crue! Come dicevo in queste tracce c'è ben poco rock eccetto che per l'opener 'Knock Me Down', pezzo incazzato, duro e potente, rappato al punto giusto che rimembra qualcosa dei Korn e dei suoi vecchi Methods of Mayhem. Un altro brano che si lascia ascoltare piacevolmente è la bella “You Dancy” con alla voce Lukas Rossi (già con Lee in precedenti lavori), una sorta di dubstep con elettronica raffinata e una buona personalità. La terza traccia ascoltabile dai nostri “palati rock” è l'elegante cover del brano di Prince 'When You Were Mine' interpretata egregiamente dal già menzionato Lukas Rossi. Quarta traccia interessante è lo zuccheroso pop di 'P.R.E.T.T.Y.' impreziosito dalla bella interpretazione della female singer King Elle Noir. Se poi volete immergervi in atmosfere disco dance/elettroniche con rimandi a pop, trip hop e downbeat ascoltatevi 'Make It Back '. Gli altri pezzi presenti nel disco non li menziono poiché, anche se indubbiamente suonati con maestria per il genere proposto e con l'ausilio di ottimi session man (sempre del suddetto genere), sono troppo anche per chi, come il sottoscritto, ha vedute musicali abbastanza aperte. Ma questo è Tommy Lee. Prendere o lasciare. Album sconsigliato a chi vive di solo hard'n'heavy e/o di sonorita rock et similia. Se invece avete la “mente mooooolto aperta” e siete curiosi di ascoltare beh..... provateci!

Roby Comanducci

Il buon Nikki Sixx non perde mai occasione di far parlare (bene) di se. Eccolo quindi alle prese con questa all star band che vede il bassista dei Motley Crue insieme al singer Rob Zombie, al guitar hero John 5 e il talentuoso drummer Tommy Clufetos, tutti uniti sotto il moniker L.A RATS!!! La band ha quindi registrato una song (che poi è una cover di un brano di Geoff Mack) I’ve Been Everywhere che compare nella soundtrack di “The Ice Road“, il nuovo film di Jonathan Hensleigh. 

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Line up: Joshua Kiszka – vocals, Jacob Kiszka – guitar, Samuel Kiszka - bass, keys, Daniel Wagner - drums

Tracklist: Heat Above, My Way, Soon, Broken Bells, Built By Nations, Age Of Machine, Tears Of Rain, Stardust Chords, Light My Love, Caravel, The Barbarians, Trip The Light Fantastic, The Weight Of Dreams

Sono stato fra i primi a lodare le gesta di questi giovani musicisti del Michigan sin dal loro album d'esordio, autentica freccia infuocata diretta al cuore di un music world a volte fermo o ripetitivo. Poi, ovviamente, la divisione della cosiddetta stampa specializzata tra coloro che li additavano come i nuovi cloni degli Zep e altri che invece li consideravano gli araldi di un nuovo hard rock ricalcante le radici del genere stesso. Dopo tre anni ecco il seguito, il tanto atteso secondo full lenght album “The Battle at Garden's Gate” che mette a nudo la qualità e la direzione stilistica che stanno intraprendendo i fratelli Kizska; senza ombra di dubbio c'è stata una “sterzata” verso un sound più ricercato, più introspettivo, esclusivamente seventies, a tratti psichedelico e anche folk (in alcuni arrangiamenti) prediligendo una linea musicale più lenta e cadenzata con song avvolgenti, ricche di pathos ma scevre del mordente hard'n'roll degli inizi. Sul fattore clone direi che i nostri scivolano sollo nella (comunque bella) 'Built By Nations', dove fa capolino la band del “Dirigibile”, per il resto hanno, lodevolmente, optato per una ricerca stilistica che li differenzi sia da Plant che da altre band attualmente in auge nel panorama musicale. Credo ci siano riusciti o meglio, credo che siano sulla buona strada per ottenere una propria e particolare originalità. L'album è composto da tracce tutte di media lunga durata e per la sua totalità siamo sui 60 minuti di musica; un bell'azzardo di questi tempi dove, spesso, i fautori di musica prediligono sound più diretti, cattivi, brutali e di facile assimilazione e consumo. Già, questo “The Battle at Garden's Gate”non è assolutamente facile da “digerire” e ci vogliono diversi ascolti, magari comodamente seduti sul divano con cuffie in testa e un bel bicchiere di vino o birra, per potersi gustare le mille sfaccettature che questa band è riuscita ad inserire nella linea musicale di questo album. E' un disco assolutamente retrò che non regala nulla al modernismo ma si concentra su atmosfere dilatate, quasi sognanti e passaggi strumentali che inglobano l'ascoltatore facendolo prigioniero. Un esempio che calza a pennello sono i sette minuti di 'Age Of Machine' o i quasi nove (!!) della conclusiva 'The Weight Of Dreams'. Ci sono anche tracce più brevi e moderatamente più hard come 'My Way, Soon' ma il risultato di questo lavoro in studio si apprezza per la sua totalità e dopo un accurato ascolto. In definitiva, comunque, un album particolare che non passerà inosservato.

Roby Comanducci