Lug 10

 

 

Line up: Valo – vocals & guitar, Adriano - guitar & chorus, Vinavil – bass, Silvana – drums

Tracklist: Pleasure, Centralia, Truffaut, Box, Crabs, Barbie, Run, Neptune, Blues, Beach, Squeeze, Somewhere, Away, Rain

Ogni tanto noi del Cathouse ci imbattiamo in prodotti che pur non essendo parte integrante del mondo hard&heavy vivono di luce propria e sono così interessanti ed accattivanti che, sicuramente, anche i nostri amici che ci leggono potranno rimanerne sorpresi. Non sempre un disco per avere il giusto quid emozionale deve suonare rock duro, metal o glam....si trovano spesso, come nel caso dei milanesi qui presenti, band dedite a sonorità un poco distanti ma di indubbio interesse. Anzi. I The Brightest Room non sono poi così lontani dal nostro mondo poiché il rock aleggia comunque tra le note delle canzoni solo che il quartetto ci delizia non con schitarrate e riff corrosivi, non con up tempo veloci o coretti maliziosi e ritornelli sleaze, bensì con un giusto e calibrato merge di beat e rock'n'roll di chiara matrice anni '60 e non disdegna richiami a certo postpunk e la scena indie dei mitici e famigerati eighties. Ecco, avrete quindi capito bene che Mr. Valo & Company non scherzano poiché gli stili appena menzionati sono tutto fuorchè banali e, a dirla tutta, sono pregni di sonorità spensierate, fun e positività. Questo loro secondo album (il primo “Exit” risale al 2017) è autoprodotto ma distribuito da Audioglobe ed il lavoro in fase di mixaggio, registrazione e produzione è di assoluto livello; molte band straniere stentano ad arrivare a certi risultati, credetemi. Ben quattordici canzoni senza nessuna cover, tutta “farina del loro sacco” e qui c'è l'imbarazzo della scelta essendo tutte le song di elevata caratura. Molto carino il fraseggio iniziale di chitarra che poi accompagnerà tutta la song 'Pleasure', ti rimane conficcato nel cervello e non lo dimentichi più. L'anima del beat più malizioso la troviamo in 'Run', 'Away' e soprattutto la bellissima 'Neptune' mentre percepisco atmosfere Tarantiniane sulla seconda traccia 'Centralia'. Un altro brano catchy e frizzante è 'Barbie' e vi assicuro che lo canticchierete per tutta la settimana. Ho avuto la fortuna di vedere questa band dal vivo e sono bravi riuscendo a trasportare quanto di buono inciso in studio dal vivo su un palco. Un disco da avere assolutamente per distravi, per rilassare la mente e godere di un sound sapientemente maturo ma energicamente spensierato e allegro. Bravi. Contatti & info - website

Roby Comanducci

Lug 13

 

 

Line up: Ozzy Osbourne – vocals, Andrew Watt – guitars & production, Duff McKagan – bass, Chad Smith – drums. Slash – guitar (tracks 1, 4), Charlie Puth – keyboards (track 1), Elton John – piano and co-lead vocals (track 4), Tom Morello – guitar (track 8), Post Malone – co-lead vocals (track 10, 11)

Tracklist: Straight To Hell, All My Life, Goodbye, Ordinary Man (feat. Elton John), Under The Graveyard, Eat Me, Today Is The End, Scary Little Green Men, Holy For Tonight, It’s A Raid (feat Post Malone), Take What You Want (Post Malone feat. Ozzy Osbourne & Travis Scott)

Ed eccoci qua a parlare del Madman, di colui che ha fatto della sua pazzia (in)controllata e del suo carisma il suo vero marchio di fabbrica. La voce dei Black Sabbath (non dimentichiamoci però la bellissima era RJDio, nda!!!!), la lunghissima carriera solista e le mille collaborazioni. Il nostro è stato un autentico talent scout per eroi della sei corde incommensurabili quali il grande Randy Rhoads, ma poi anche Jake E. Lee o il possente Zakk Wilde! Parlare di Ozzy per chi, come il sottoscritto, l'ha visto nei famigerati anni ottanta al suo culmine fa venire un po' la lacrimuccia; eh si, questo disco -tra l'altro- esce quasi in concomitanza con la comunicazione al pubblico della sua malattia, il Parkinson (col quale comunque ci convive già da anni) ed inoltre all'annuncio della sospensione del tour nordamericano. Tantè.... meglio non disperarci altrimenti rischiamo di annacquare la suddetta recensione in preda a commozioni varie. Venendo al disco diciamo subito che sono ben dieci anni che il signorino ci fa aspettare, dal periodo del penultimo “Scream” targato 2010. Curiosità che salta subito all'occhio, non c'è in line up il fedele Zakk, bensì il chitarrista Andrew Watt che contribuisce non poco anche in fase di produzione del disco e trattasi del guitar player del rapper Post Malone che ha collaborato e cantato in questo album. Al basso troviamo una stella di prima grandezza Mr. Duff McKagan (devo dirvi chi è ?????) e alla batteria Chad Smith in forza ai RHCP. Inoltre una nutrita schiera di ospiti dove svetta su tutti il Re del pop Elton John che ha contribuito ad arrangiare e suonare/cantare la title track, ma anche un certo Slash, Tom Morello & more. Il disco dopo i primi ascolti è da considerarsi positivamente accattivamente. Ozzy, probabilmente, ha le basi tutte sovraincise ed effettate, il nostro singer non canta così dai tempi di “The Ultimate Sin” ehm... però va bene così, l'importante è ascoltare il prodotto che il buon Osbourne vuole regalarci. “The Ordinary Man” trattasi quindi di un onesto e lineare disco di heavy classico con le consuete puntate verso toni medi e melodici che da sempre hanno fatto la fortuna di questo artista. Si uniscono ballad strappalacrime come la title track col duetto di Elton ed il solo finale di Slash, a momenti di possente heavy rock quali l'opener 'Straight To Hell', la furia speed della corrosiva 'It’s A Raid' featuring Mr. Post Malone. Interessante l'alternanza tra momenti lenti e riprese veloci con un guitar work assassino su 'Goodbye' e l'ammaliante ' Under The Graveyard' che parte melodica per svilupparsi in un cresecndo di heavy rock coadiuvato -anche qui- dall'ottimo lavoro del guitar player Watt. Oltre alla già menzionata ballad 'The Ordinary Man' troviamo anche ' Holy For Tonight' e la conclusiva 'Take What You Want' dove il rapper Malone fa il suo mestiere e ci riesce bene impreziosendo una canzone già di per se stessa evocativa e ricca di pathos. In definitiva un bel disco, non un capolavoro ma sicuramente un lavoro in studio che saprà regalarvi diverse emozioni.

Roby Comanducci