Line-up: Robin McAuley – vocals, Andrea Seveso – guitars, Alessandro Del Vecchio - bass, keyboards, backing vocals, Nicholas Papapicco – drums, Howard Leese - guitars on “Supposed To Do Now”
Tracklist: Thy Will Be Done, Standing On The Edge, Late December, Do You Remember, Say Goodbye, Chosen Few, Run Away, Supposed To Do Now, Wanna Take A Ride, Like A Ghost, Running Out Of Time,
Lo ammetto, ero proprio curioso di vedere quello che il nostro arzillo sessantottenne fosse ancora in grado di fare. Di sicuro ero rincuorato dalle sue ultime prove in studio con l'eccelso progetto Black Swan (insieme a Reb Beach, Jeff pilson, Matt Starr) e tante altre collaborazioni tra cui l'onnipresente (nella sua carriera) Michael Shenker. L'Irlandese in questione è un autentico “mostro sacro” del panorama hard rock e melodic rock mondiale; tutti ci ricordiamo i suoi vocalizzi negli albums “Perfect Timing”, “Save Yourself” e “MS.G.” targati McAuley Shenker Group. Ma era alla sua prova solista (la seconda, la prima risale al 1999 “Business as Usual”) che volevo testare la sua classe: e di classe Robin ne ha ancora da vendere. Voce inattaccabile dall'usura e dal tempo, sempre tagliente e penetrante come trent'anni fa. Un vero marchio di fabbrica assoluto! In questo album il singer si avvale della supervisione e direzione del boss della Frontiers Records, Serafino Perugino, e della produzione e arrangiamenti dell'onnipresente Alessandro Del Vecchio che suona anche basso e keyboards. Una menzione d'onore, comunque, va a tutta la band, tutti musicisti nostrani, assolutamente validi e degni delle migliori line up straniere con le quali McAuley ha registrato e partorito album memorabili. Da “Standing On The Edge” mi aspettavo un come back agli eighties ed in effetti c'è stato ed anche in modo rilevante; le atmosfere e le eufonie che questo cantante e questa band ci regalano sono preziose e ci riportano indietro nel tempo dell'hair metal con però, attenzione, arrangiamenti moderni, più attuali e rifiniti. Ma il sound è quello: catchy al punto giusto, melodico ed ammaliante nelle chorus line ad effetto ma comunque energico e pulsante senza disdegnare un buon tecnicismo di base e una grandissima capacità nel confezionare song in bilico tra l'heavy rock e il rock da classifica. La grinta di 'Running Time', l'edulcorato fm rock di 'Late December', la suadente e magica ballad 'Run Away', il granitico hard sound dell'opener 'Thy Will Be Done', l'elegante rock di 'Say Goodbye' sono tutti momenti che indicano l'attuale longevità artistica di questo stupefacente cantante. Disco da avere assolutamente.
Roby Comanducci
Line-up: Tommy Clufetos - Drums, Lead Vocals on Tracks 4, 8 and 11, Eric Dover - Lead Vocals, Eliot Lorengo - Bass Guitar, Hank Schneekluth - Lead Guitar, Nao Nakashima - Rhythm Guitar, Tommy C - Saxophone on “Power Of Three”, John Schreffler - Guitar Solo on “Beat Up By Rock 'N’ Roll", Doug Organ - Hammond B3
Tracklist: Heavy Load, Welcome To The Show, You Got The Cash I Got The Flash, Make Me Smile, Do It Again, Kid Blood, Don’t Be Afraid, Beat Up By Rock N’ Roll, Got To Play Some Rock N’ Roll, The Longevity, Power Of Three
Come deve suonare un buon, anzi, un ottimo disco di hard 'n' roll? Così. Non giriamoci troppo intorno; spesso per fare dei dischi validi gli artisti devono inventarsi chissà quali alchimie, innovazioni, mischiare generi e cercare di stupire l'ascoltatore. Il bravo Tommy invece ha messo su questo bel progettino personale con due semplici formule: la sua grande abilità di batterista e la capacità di un songwriting capace di pulsare incontaminato rock duro e rock'n'roll grezzo e diretto da ogni poro. Prodotti così “genuini” non se ne sentono molti, e quando capitano, beh......tanta grazia ricevuta. Tommy Clufetos è sicuramente uno dei drummer più gettonati di questo ultimo periodo; già alla corte di Ozzy e Black Sabbath, ha prestato il suo talento anche per artisti quali Alice Cooper, Ted Nugent, John 5, Rob Zombie senza contare le svariate collaborazioni. Con questo disco il nostro ci ha voluto regalare quasi un'oretta di adrenalina coadiuvato da altri ottimi musiciti tra cui citerei Eric Dover alla voce (Jellyfish, Slash's Snakepit, Alice Cooper e Imperial Drag, nda) e, ricordiamoci, cantando lui stesso tre song, 'Make me Smile', 'Beat Up By Rock N’ Roll' e 'The Power of Three' con un risultato più che dignitoso. Per capire di che “pasta” è fatto questo album basta la “triade” in sequenza di songs 'Don’t Be Afraid', 'Beat Up By Rock N’ Roll' e 'Got To Play Some Rock N’ Roll' che da sole valgono tutto l'album e sicuramente mettono a nudo tutta la maestria e la capacità compositiva di Clufetos. 'Don't Be Afraid' è un breve (poco più di due minuti), veloce e aggressivo up tempo, dove Eric canta con attitudine quasi punk e il sound è veramente un pugno nello stomaco. Poi c'è 'Beat Up By Rock N’ Roll' che ammicca agli Ac/Dc ma senza plagiare nessuno anzi, impreziosendo il tutto con una propria originalità e quindi arriviamo al veloce rock'n'roll di 'Got To Play Some Rock N’ Roll' dove il drummer da sfoggio di una prova superba e la canzone è diretta ed energica come un razzo ipersonico. Altro momento pompato di hard rock sanguigno è la bella 'The Longevity' dove si può apprezzare l'ottimo guitar work della coppia Hank Schneekluth - Nao Nakashima (rispettivamente lead & rhythm guitar). In definitiva un disco per tutti i rockers e per tutti coloro che amano ballare e divertirsi con del sano rock!
Roby Comanducci