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Mar 31

 

 

Line up: Carl Santance - vocals, Jimmy Murrison - guitars, Pete Agnew - bass, Lee Agnew - drums 

Tracklist: Strange days, You gotta pass it round, Runaway, Better leave it out, Mind Bomb, Sweet kiss, Falling in love, Waiting for the world to end, Let the whisky flow, Sinner, Ciggies and Booze, sycho Skies, Love breacks, You made me

 

Tornano i Nazareth con un nuovo lavoro, e il sottoscritto non ha potuto resistere e si è subito dedicato a valutare il nuovo disco, che segue l’acclamato (in particolare da me) “Tattoed on my brain” che la grande stampa musicale (sempre me) ha definito “un ottimo lavoro, […] non si smette di ascoltarlo facilmente”. Bello vedere i pensieri che qualche anno fa mi hanno colpito sentendo il disco precedente confermati da questo nuovo lavoro, ove la formazione è confermata e non solo quella. Dopo più di cinque decenni di musica, non manca la grinta a questa formazione, questo è immediatamente evidente, e anche il desiderio di innovare nel solco del rock grezzo e catchy che li contraddistingue. Oserei dire che anzi il desiderio di innovare è anzi netto rispetto al lavoro precedente e permette ai quattro scozzesi di giocarsi qualche carta con nuove influenze, certo da un lato sempre legato al rock 70s, ma ove comunque si sperimentano oltre ai ritmi grintosi e ai cori accattivanti, anche tempi e atmosfere più variate (“Love breaks”) e si cercano nuovi modi di sorprendere il pubblico. Importante come nel precedente lavoro la capacità di creare atmosfera lavorando sulle ritmiche che accanto alle song più ritmate propongono arrangiamenti di atmosfera niente affatto male (“You pass me around”). Altra nota positiva, lo sfruttare, questo in perfetta continuità col precedente lavoro, la sintonia tra lo stile aspro delle vocals di Mr. Sentance e il tono delle ritmiche di chitarra, quasi bluesy spesso, più basso, a creare una sorta di fondo di atmosfera che per dare risalto alla linea della voce. Che altro aggiungere? Credo niente di originale, ma bene comunque ribadirlo: il disco ha un passo notevole, con cambi di ritmo ma senza passaggi a vuoto; la produzione a mio modo di vedere esalta perfettamente le varie componenti e nessuna è sacrificata. Il ruolo dei singoli membri è svolto molto bene e senza protagonismi, ciascuno contribuendo con professionalità a continuare la lunga storia dei Nazareth. Concludo, volutamente senza originalità, che al vedere la classe di certi “vecchietti” tanti commenti non servono: aspettiamo la prossima occasione di vederli live, e speriamo accada alla svelta! Un consigliatissimo ascolto.

Nikki

Mar 25

FM “Thirteen”

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Line up: Steve Overland – vocals, guitars, Merv Goldsworthy – bass, Pete Jupp – drums, Jem Davis – keyboards, Jim Kirkpatrick – guitars

Tracklist: Shaking The Tree, Waiting On Love, Talk Is Cheap, Turn This Car Around, Love And War, Long Road Home, Be Lucky, Every Man Needs A Woman, Just Got Started, Fight Fire With Fire, Be True To Yourself

Ciao a tutti amici e amiche di Cathouse, oggi si vola a Londra coi FM. I londinesi FM nascono nel 1984, sono all’attivo con ben tredici album, di cui l’ultimo uscito il 18 marzo di quest’anno. “Thirteen”, tredici, proprio come l’ultimo omonimo album del gruppo. Gli FM, inoltre, terranno una data italiana al Legend il 15/05 e dall’uscita di “Thirteen” hanno già toccato la 13ª posizione della Amazon Music Chart, e la 4ª posizione della Amazon Rock Chart (che numeri, ragazzi!) come si può apprendere dalla loro pagina ufficiale di Facebook. La band era composta dagli ex-Samson Merv Goldsworthy (bassista) e Pete Jupp (batterista), dai fratelli Overland – Steve (cantante e chitarrista) e Chris (chitarrista), e dal tastierista Philip Manchester, conosciuto anche come “Didge Digital”. Il gruppo ha subito diversi cambi di line-up nel corso degli anni fino all’attuale formazione ed uno scioglimento nel 2007 dopo il primo concerto a Nottingham. Parliamo un po' di “Thirteen”: ad aprire le danze è “Shaking the Tree” dalle sonorità cupe, ma con un ritornello in grado di trascinarti nell’atmosfera dark che trasmette questo brano. “Waiting On Love” è un vero e proprio grido alla ricerca di un amore, di un qualcosa che valga la pena di combattere, di un bisogno di qualcuno vicino dopo tanto tempo in solitudine come citato nel testo stesso. Passando poi per la leggiadra “Talk Is Cheap” che scorre più velocemente rispetto alle precedenti, voglio parlarvi di “Turn This Car Around”: immaginatevi a bordo di una Cadillac e di percorrere questa lunga strada alla velocità della luce con lo stereo a tutto volume, perché è proprio questo lo scenario che trasmette questa canzone (ascoltatela!). “Love And War”, il titolo parla già da sé, nella canzone è presente un ritornello che dice “No War” e visto il periodo in cui stiamo vivendo, ci sarebbe bisogno di più “Amore” - tema portante di tutto “Thirteen”- e non di guerra. “Long Road Home” é una ballad che in qualche modo ricorda molto Bon Jovi dei primi anni 80 mentre “Be Lucky” è un brano leggiadro e allegorico, in grado di fare uscire un sorriso mentre lo si canta. Per quanto riguarda “Every Man Needs a Woman” la canzone si apre con sonorità graffianti tipiche dell’hard rock, ma include un tocco di blues dovuto dai cori presenti nella stessa. La successiva “Just Got Started” é la canzone meno d’impatto di tutto l’album e le rimanenti “Fight Fire With Fire” e “Be True To Yourself” concludono l’album incoraggiando ad essere veri con sé stessi e a lottare per l’amore, due concetti che in qualche modo potrebbero migliorare il mondo d’oggi. Spero di avervi descritto nel migliore dei modi ciò che è stato per me “Thirteen”, non vi resta che ascoltarlo e… alla prossima!

La Glo