Items filtered by date: Ottobre 2024

La sensazione rock finlandese Ginger Evil, capitanata dalla brava female singer Ella Tepponen, esce con un nuovo singolo "Flames" in uscita tramite Frontiers Music Srl.

Photo Credit: Jansku - Love Is Punk Studio

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Esce un altro nuovo singolo dei glamsters svedesi

I Crazy Lixx hanno recentemente celebrato la loro carriera ventennale con la compilation "Two Shots At Glory", pubblicata il 16 febbraio 2024 e contenente rivisitazioni dei loro successi iconici. La compilation è stata introdotta da classici rivisitati dal catalogo della band "Whiskey Tango Foxtrot", "Lights Out!" e "Fire It Up!", tutti accompagnati da video UST che traggono ispirazione da una vasta gamma di film, dai successi di successo degli anni '90 ai meno noti B-movies degli anni '80. Hanno ottenuto un'immensa popolarità sia tra i nuovi fan che tra quelli di lunga data, accumulando quasi 10 milioni di visualizzazioni nell'ultimo anno. Alcuni di questi video sono persino diventati virali e hanno scalato le classifiche ufficiali della musica rock di YouTube. Pubblicando costantemente un album dopo l'altro, i Crazy Lixx hanno consolidato la loro posizione di leader in prima linea nella rinascita dell'hard rock anni '80 in Scandinavia. Con visualizzazioni sbalorditive di milioni di video molto amati come "Wild Child" e "Hunter of the Heart" su YouTube, cifre di streaming notevoli per brani di successo come "Blame It On Love", "Hell Raising Women" e "XIII" e l'inclusione di "Wild Child" nel film horror di Nicolas Cage "Willy's Wonderland", i Crazy Lixx stanno avanzando senza sosta nella loro ricerca del dominio globale.

Photo Credit: Nils Sjöholm

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“CATHOUSE party Dia De Los Muertos + South Sardinian Skumm live” @ JOSHUA
Sabato 2 novembre 2024
 
Per questa serata particolare che continua il week end Halloweeniano portiamo per la prima volta al Joshua il Cathouse Italy Rock'n'Roll Project, la serata che tantissimi di voi già conosceranno (quest'anno abbiamo festeggiato il 25° anniversario!!)
Tutti i migliori generi musicali del rock duro passeranno dalle casse e spareranno sulle vostre teste:
rock, r'n'r, glam/street/sleaze rock, heavy rock, southern rock, hard rock....
per passare al modern rock, alternative, crossover, nu metal. Non ci dimenticheremo ovviamente del class metal, power, epic, NWOBHM, speed/trash e death metal per i più “arrabbiati” fra voi!
...inoltre ascolterete anche punk, surf punk, indie rock, ska, movies soundtracks e un pizzico dei mitici anni '50 e '60!
 
INOLTRE
per questa data ci sarà un eccellente live in apertura alle ore 22.00
 
SOUTH SARDINIAN SKUMM
“islanders and rock'n'roll addicted”
https://m.facebook.com/southsardiniascum
 
Vi aspettiamo!!
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ingresso gratuito con tessera ARCI
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start 21.30
LIVE: 22.00
DJ SET : 11.15
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In consolle
ROBY COMANDUCCI - SIMONE 'KING IRON'
& CRISY
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photo by: Cris Galeazzi
link e info locale
https://www.facebook.com/joshuabluesclub
Via Cantoniga, 11, Albate (CO), Italy, 22100
324 541 3990
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Siti Web e link social
http://www.joshuabc.it/
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Sabato, 12 Ottobre 2024 16:51

WIND ROSE “Trollslayer”

WIND ROSE
“Trollslayer”
(Napalm Records)
release date: 04 – 10 - 2024
genere: epic metal
voto: 4,5

Line-up: Francesco Cavalieri - voice, Claudio Falconcini - guitar, Federico Meranda - keyboards, Cristiano Bertocchi - bass, Federico Gatti – drums.

Tracklist: Of Ice and Blood, Dance of the Axes, The Great Feast Underground, Rock and Stone, To Be a Dwarf, Home of the Twilight, Trollslayer, Legacy of the Forge, No More Sorrow

L'esercito pisano di power metal in stile nanico: i Wind Rose tornano alla ribalta con il nuovo album, Trollslayer: esplodendo sulla scena con apparizioni virali sui social e accumulando quasi mezzo milione di follower. Con quasi un milione di ascoltatori mensili, i Wind Rose hanno consolidato la loro reputazione di potenza nella moderna scena power metal italiana e non solo. Tutti ricordano il successo di questi ragazzi, "Diggy Diggy Hole" di Wintersaga, che ha accumulato oltre 50 milioni di streaming e visualizzazioni su tutte le piattaforme. Il loro album successivo, Warfront, ha ulteriormente consolidato la loro popolarità, debuttando nella Top 10 della classifica US Current Hard Music Albums. Trollslayer arriva subito prima del loro tour europeo più grande e immenso di sempre insieme a Powerwolf e Hammerfall, e promette la miscela perfetta di inni da festa distintivi insieme a tracce selezionate più profonde e serie. Dopo una intro piacevole, con “Dance of the Axes” si entra di colpo in un giro di doppia cassa coinvolgente, ma la cosa che colpisce subito é l'approccio vocale diverso, più aggressivo e meno importato alla pura tecnica cristallina tipica dell'epic. I cori sono imponenti e riempiono un canovaccio armonico fatto di archi e chitarre che banchettano insieme. Si entra nell'atmosfera vichinga. “The Great Feast Underground” spiazza con sua partenza quasi punk, Dropkick Murphys a piene mani con cori e sinth simili a cornamusa. Pur mantenendo un senso tipico delle altitudini fredde dell'Europa, esce da quel bisogno di pomposità tipico del genere, scegliendo di dedicarsi al chaos (in senso buono). La linea persiste alla grande, meno incisiva, per non esagerare, ma con la stessa energia in “Rock and Stone “, dove l'atmosfera punk si affievolisce a fronte di un tema più consueto. La voce esprime un tono imponente, avvicinandosi a un inno sul ritornello che dà davvero la carica! Ritmica incalzante e atmosfera da osteria per “To Be a Dwarf”, dove sembra proprio di immergersi in un epoca in cui i boccali di birra erano fatti di corno e di ceramica. La melodia segue la voce e i cori più che supportare la voce sembra vogliano divertirsi insieme come vecchi amici che alla fine della giornata di lavoro si godono qualche ora insieme. Si torna a una sequenza più classica con “Home of the Twilight“ dove il "clavicembalo" segue una sua linea e si armonizza alla perfezione con la voce. Grazie alla ritmica e alle chitarre rigorose, tutto appare melodicamente perfetto. “Trollslayer” ha un suono molto epic, con chitarre e synth che vengono stravolti da una potenza vocale molto trash metal, nonostante la ritmica si adagi perfettamente nel mondo delle fate e degli elfi. “Legacy of the Forge” prosegue come la precedente, inserendo però un sound più austero e una serie di cori che regalano un a forza musicale davvero affascinante; quasi malinconica in certi punti. “No More Sorrow”, capolavoro! 7 minuti di intensa melodia, cambi e continue sorprese: la voce entra con un tono in certi versi nu metal, pop, e chi più ne ha più ne metta, i cori però, richiamano al sound classico al quale siamo abituati in tutto il disco. Poi buuum, un ritornello da pelle d'oca, batteria dimezzata e cori all'unisono con la voce in un tripudio di rabbia e tristezza. Pelle d'oca. Poi ancora veloce per una strofa sempre più montagna russa. Proseguendo con continui saliscendi in cui la canzone più lunga del disco arriva alla fine e ci si sente pronti per riascoltarla immediatamente. Un album ricco di sorprese e sonorità inaspettate, che aggiunge al classico sound epic metal, alcune parti addirittura punk, sotto certi aspetti. Originale sotto tanti punti di vista. Che dire: italians do it better! Bravi ragazzi, un album veramente valido!

Iven

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La band della leggenda del rock svizzero Marc Storace annuncia l'uscita del loro attesissimo nuovo album in studio, "Crossfire", la cui uscita è prevista per il 22 novembre 2024 tramite Frontiers Music Srl. Il nuovo singolo e il video ufficiale di accompagnamento, "We All Need The Money", sono ora disponibili.

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La band svedese di melodic metal Starchaser condivide il suo nuovo video con i testi di "Who Am I", tratto dal loro attesissimo secondo album in studio, "Into The Great Unknown", in uscita il 15 novembre 2024 tramite Frontiers Music Srl.

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Domenica, 06 Ottobre 2024 23:48

STRYPER “When We Were Kings”

STRYPER
“When We Were Kings”
(Frontiers Music s.r.l.)
release: 13 - 09 - 2024
genere: heavy metal / christian metal
voto: 4

Line up: Michael Sweet - lead vocals‎, lead & rhythm guitar, Robert Sweet - drums, Oz Fox - lead & rhythm guitar, vocals‎, Perry Richardson - bass, vocals

Tracklist: End Of Days, Unforgivable, When We Were Kings, Betrayed By Love, Loves Symphony, Trinity, Rhyme Of Time, Raptured, Grateful, Divided By Design, Imperfect World

Nuova fatica discografica per gli iconici Stryper che celebrano il 40° anniversario (14° studio album), guidati dai fratelli Michael e Robert Sweet (riconosciuti tra i fondatori della corrente christian metal). Il gruppo torna sulle scene con un disco potente, evocativo ed elegante, votato in modo abbastanza consistente alle tonalità maggiori e ad una certa epicità, ma non mancano i momenti più sofferti ed introspettivi, arrivando anche a sonorità “cattive”... e non mancano neanche alcune influenze e riferimenti: la consueta mescolanza di colori e sensazioni della band americana (sullo sfondo di concetti ispirati a testi biblici e vangeli). Il set si apre con “End of Days”, intro sincopata in half-time (batteria) con influenze alla Yngwie Malmsteen (tornerà negli intermezzi, con doppia cassa), successiva apertura in una veloce “corsa epica” (appunto) in stile Helloween (e altri brani passati degli stessi Stryper), con ritornelli “ariosi”: assolo in tre parti, lirico, virtuoso e poi intrecciato tra le due chitarre verso l’ultimo ritornello, chiusura finale con passaggio che richiama la intro. Proseguiamo con “Unforgivable”, brano di media velocità carico di malinconia e solennità (a conferma del titolo) che si apre con degli stacchi delle chitarre su accordi aperti, per proseguire con la classica struttura strofa-ponte-ritornello per due volte, di nuovo stacchi (raddoppiati), viaggio negli assoli dialoganti delle chitarre, special, ritornello finale e chiusura. Si passa poi alla title track, “When We Were Kings”, in cui troviamo una continua alternanza tra strofa e ritornello, tonalità minore / maggiore, che crea un contrasto di impatto tra i momenti “del racconto”, assolo centrale e sezione finale: il pezzo segna l’inizio di una sorta di sequenza in cui sono presenti diversi “scenari” ballad e power ballad (circa la metà del materiale musicale), come la successiva “Betrayed By Love”, melodiosa e suadente, per quanto il contenuto sia nostalgico e struggente, con intro di chitarra acustica che apre poi tutto il flusso musicale, batteria suonata quasi “indietro” che ti tiene incollato all’ascolto e coadiuvata dal resto degli strumenti, un trasporto dall’inizio alla fine. “Loves Symphony” parte con degli stacchi suonati e cantati insieme, con uno stile e una carica che sembrano quasi alternative rock/punk-rock (alla Phil X & The Drill), per continuare poi il consueto binomio minore (strofe) e maggiore (ponti/ingressi + ritornelli, i quali sono più sinfonici, come dice il nome del brano stesso), intermezzo di nuovo minore, sincopato, e molto “heavy”, lungo assolo (sempre dialogato tra le chitarre), ritornello finale e chiusura come l’interemezzo. Al centro del disco, si trova la potentissima “Trinity” (in cima alle mie preferenze), in cui sento un ingresso alla Europe (modern era), intro/intermezzi alla Megadeth (la parte hard rock dei californiani), batteria con lontana ispirazione alla Portnoy e il resto “Stryper Factory”, struttura standard verse-bridge-refrain, in cui il ritornello risulta molto sostenuto per via del groove di batteria in controtempo (seguito dal resto dei musicisti): successivamente arriva un intermezzo in half-time (vagamente Whitesnake), prima dello “speed solo” (sempre in stile Megadeth), di nuovo il bridge e l’ultimo ritornello, raddoppiato, chiude questo “hot piece”. Incontriamo il bellissimo singolo “Rhyme Of Time”, allo stesso tempo “lamentoso e sognante”, velocità medio-lenta, batteria dal tocco “poetico”, intreccio delle chitarre nella intro (una portante che torna nei ritornelli, e una che anticipa il tema vocale, riferito sempre al ritornello), tonalità minore che cambia in maggiore unicamente nell’assolo, un altro brano che trasporta l’ascoltatore, ma in un mood più cupo. Altra traccia, altra alternanza minore-maggiore per “Raptured”, in questo caso una sensazione “bluesy”, con influenze Deep Purple / Gotthard (e nella vocalità un po’ Europe / Malmsteen / Michael Vescera), sospesa e spigolosa, verso il ritornello arioso e “classicistico”, in un susseguirsi lineare. Con l’avvolgente “Grateful” torniamo invece alle ballad, uno stile che ricorda l’alternative rock ma anche le stesse ballad hard rock (di nuovo Whitesnake, nel periodo recente, ma si potrebbero fare vari nomi...), semplice, “morbida” e di impatto. Penultima traccia, (assimilabile ad un) half-time, hard rock consistente che arriva dritto in faccia per “Divided By Design” (ancora influenza Europe contemporanei), dopo la metà vede un cambiamento radicale del groove, passando da half a standard/double con successiva aggiunta del doppio pedale / doppia cassa in concomitanza degli assoli, per poi tornare alla struttura iniziale e concludere. “Imperfect World”, unico brano dal tempo composto (“terzinato”), chiude il disco in modo pieno e “debordante”, con una certa epicità, per ribadire il consueto pensiero, anche in un “mondo imperfetto”... e non può mancare il dialogo tra le chitarre, negli assoli, in classico stile botta e risposta alla Iron Maiden: dettaglio interessante, l’effetto di leggero phaser sulla voce prima dei ritornelli. Arrivati alla conclusione, si può dire che i musicisti abbiano dato nuovamente il meglio di sè, come di consueto, (compresi i musicisti aggiuntivi, Paul McNamara alle tastiere/organo/synth e Charles Foley con Keith Pitmann per cori e voci secondarie): una nota particolare sul basso, che appare leggermente meno in primo piano rispetto al passato (per quanto non sia una sua prerogativa principale), ma è comunque ben presente, denso e riconoscibile dai molti abbellimenti. Composizione buona, begli arrangiamenti musicali e di produzione (affidata a Michael Sweet), esecuzione impeccabile, mixaggio e finalizzazione perfetti (un grande plauso agli audio engineers), realizzazione come sempre di alto livello: copertina evocativa, biblica, mistica (un altro marchio di fabbrica Stryper). Prodotto che “arriva” agevolmente da subito, ma con più ascolti si apprezza ulteriormente. Decisamente promosso... e anche questa volta... “siamo stati guariti” (Isaia 53:5)

Fra "ZMG"

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Martedì, 01 Ottobre 2024 12:21

ECLIPSE “Megalomanium II”

ECLIPSE
“Megalomanium II”
(Frontiers Music s.r.l.)
release date: 20 -09 - 2024
genere: rock, pop rock, hard rock
voto: 3.5


Line up: Erik Mårtensson – vocals, Magnus Henriksson – guitars, Philip Crusner – drums, Victor Crusner – bass

Tracklist: Apocalypse Blues, The Spark, Falling To My Knees, All I Want, Still My Hero, Dive Into You, Until The War Is Over, Divide & Conquer, Pieces, To Say Goodbye, One In A Million

Gli Eclipse, realtà formatasi a Stoccolma nel 1999 dalle menti di Erik Mårtensson voce e chitarra ritmica e dal batterista Anders Berlin (poi uscito dalla line up nel 2004)  sono arrivati dunque al pregevole traguardo del decimo album in studio. Inutile ammettere che il loro sforzo, la loro caparbia, l'accuratezza del songwriting ma, soprattutto, la grande, grandissima capacità di creare song  dal gusto radiofonico con una zuccherosa verve pop miscelata a riff di chitarra ficcanti e refrain da antologia, hanno contribuito a consacrarli come una delle hit-band più valide del nostro beneamato panorama rock oltre 100 milioni di stream stanno a dimostrare quanto appena scritto, nda!). I loro album hanno sempre avuto la capacità di conficcarsi nella testa degli ascoltatori e i loro singoli, ne citerei uno che adoro "Viva La Victoria" o ....... hanno saputo far ballare e divertire migliaia di persone; questo sicuramente è un dono, poiché è sì facile fare song commerciali, il difficile è farle bene, fare in modo che dopo il primo ascolto una persona passi tutto il giorno a canticchiare il ritornello, questa è la grande qualità che - sovente - manca alla maggioranza delle band attualmente in circolazione. Ovviamente stiamo parlando di hard rock, pop rock et similia. Eccoli quindi con il nuovo e fiammante album "Megalomanium II" a circa un anno da "Megalomanium"; si potrebbe dire che questo disco segue un pò la linea del precedente ma, se valutiamo il loro stile, un pò tutti i full lenght albums di Martesson e soci hanno le medesime caratteristiche, che sono quelle citate dal sottoscritto prima, altrimenti non sarebbero gli Eclipse! L'album quindi parte subito bene con l'accattivante refrain di "Apocalypse Blues" e rimane saldo su questi ritmi con la successiva "The Spark". "Falling to my Knees" scorre via senza infamia e senza lode per traghettarci a "All I Want", pop rock song dal taglio commerciale e dal ritmo gradevole che anticipa la più lenta (ma non è una ballad) "Still My Ero" e poi la vera ballad "Dive Into You", song dal buon appeal ma che non riesce a lasciare il segno. Si riparte con un ritmo più sostenuto - ma sempre molto melodico soprattutto nelle chorus lines - con "Until The War..." per poi rockare con maggiore intensità con "Divide Conquer", sanguigna e pomposa hard rock song che farà battere il piedino e scapocciare qualche fans nel salotto di casa. "Pieces" è una buona rock song ma non eccelle in originalità mentre "To Say Goodbye" e una sorta di semi ballad, molto radiofonica che - una volta - avremmo detto "adatta al mercato Americano".... ma ahimè, affermazione che la vedo assai dura visto come sta evolvendosi il music world. "One in a Million" chiude l'album con del buon (hard)rock egregiamente suonato e arrangiato. Bene, siamo quindi arrivati alla fine e mi sento di promuovere quest'ultima fatica della band svedese anche se, nell'insieme, sento la mancanza della vera hit, del brano che si incolla ai timpani e non va più via.....una sorta di "Saturday Night"....tanto per intederci ma, comunque, mi sento di consigliarlo ai -tanti- fans della band sparsi per il mondo.

Roby Comanducci

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