Nov 30

LANDFALL "Elevate"

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Line up:  Gui Oliver - Vocals, Marcelo Gelbke - Guitars, Thiago Forbeci - Bass, Felipe Souzza - Drums 

Tracklist: Never Surrender, Two strangers, Waterfall, Rescue me, Heroes are forever, Elevate, Feels like summer, H.O.P.E, Shadow of love, The wind, Chance to destiny

Molto interessante questo nuovo lavoro dei Landfall, formazione Brasiliana giunta al suo secondo album. La band nasce come evoluzione di una precedente formazione nota come Wild Child, che ha avuto un discreto successo in patria, per l’incontro col singer Gui Olivier, ex Auras, che ha portato le idee per il progetto musicale di cui stiamo parlando. La band propone un AOR con forti influssi di Hard 80s, molto orientato alla melodia e alle trame accattivanti, seppur con digressioni heavy e a tratti più particolari, quasi prog (penso a “Rescue me”); una costruzione delle song che permette di sfruttare quello che a mio parere è il tratto forte del combo, ovvero la dote vocale del già menzionato singer, potente, espressivo, ed estremamente caratterizzante per il genere proposto. Certo, si tratta comunque di un tributo a melodie che diversi di noi conoscono da anni, ma non va sminuito il buon lavoro fatto a livello compositivo, stilistico e di arrangiamento per ottenere le tracce che abbiamo per le mani. Da un lato si nota una composizione solida e non banale, in grado di oscillare tra il molto emozionale e il più ritmato/cadenzato (“Elevate”) senza annoiare e senza proporre passaggi a vuoto o riempitivi; dall’altro come già ricordato lo sfruttamento delle linee vocali per dare pienezza e significato alle canzoni è ben riuscito. In assoluto infatti, le linee vocali risultano quelle che danno il feedback più positivo all’ascolto e che più rimangono impresse; ad esse si accompagnano comunque delle linee strumentali tecnicamente ineccepibili, che completano perfettamente il quadro. A livello produttivo io do comunque un buon giudizio del lavoro della band, nonostante alcune sbavature siano presenti, perché il lavoro è autoprodotto; in tal senso la qualità non è cristallina ma si può apprezzare il tentativo di personalizzare il suono facendolo collimare col genere proposto. Come concludere? Direi che è un buon lavoro che sorprende per la qualità e la capacità di variare nelle tracce, con varie piccole variazioni nelle influenze a rendere il lavoro non monotono; gli appassionati del genere troveranno diverse chicche nella tracklist che rendono questo disco decisamente consigliabile. Buon ascolto.

Nikki

Nov 30

 

 

 

Line up: Chip Z’nuff – bass, vocals, Tory Stoffregen – guitars, Tony Fennell – guitars, Dan Hill - drums

Tracklist: Sound Check, Catastrophe, Steal The Light, Lost And Out Of Control, Intoxicated, Hurricane, Trampoline, Temporarily Disconnected, God Save The Queen, Reprise

Ed eccolo qua il colorito, pimpante “vecchietto” e co-leader degli Enuff, Mr. Chip Z'nuff, che ci regala un nuovo full lenght album della band madre dopo le ultime prove in studio quali il discreto “Brainwashed Generation”, album recensito e uscito nel 2021 di buona fattura ma decisamente easy listening e troppo pop, “Hardrock Nite” album di cover tratte dal repertorio dei Beatles uscito un anno fa, e il penultimo sforzo uscito la scorsa primavera, il solista di Chip “Perfectly Imperfect”, disco interessante ma -anche in questo caso- esageratamente soft. Avrete avuto sicuramente modo di leggere la mia intervista qui sul nostro sito (andate a leggerla nell'apposita sezione interview.....in caso non l'abbiate ancora fatto, nda) nella quale Chip era una autentica fucina di idee e di positività e, infatti, tale feeling positivo è stato immagazzinato dentro questo “Finer Than Sin”. Il nostro si è attorniato di ottimi musicisti e amici di vecchia data (già presenti nell'album “Brainwashed Generation”, nda) coi quali ha partorito questa manciata di song -sempre- dal sapore retrò Beatlesiano e la marcata vena pop ma, a differenza degli ultimi lavori in studio, leggermente più incline ad arrangiamenti rockeggianti, più “hard” se proprio vogliamo usare quella parola. Interessante l'intro di oltre due minuti a opera dei guitar man Tory Stoffregen e Tony Fennell che poi si ricollega in una reprise anch'essa di circa un minuto e mezzo nel finale del disco. La cosa che mi è piaciuta di questo nuovo lavoro è – a tratti- la verve più sleaze'n'roll che trasuda in brani quali l'accattivante e ruffiana “Lost And Out Of Control” e “Temporarily Disconnected” o il glam rock settantiano di “Trampoline”. Da notare la presenza della cover “God Save The Queen”, nulla di particolare ma egregiamente suonata e riproposta. Le influenze dei Baronetti -non dimenticatevelo- si fanno sempre sentire ma questo, per chi ha amato questa band dagli inizi, sicuramente non può essere che un punto a loro favore. A dispetto del penultimo studio album “Brainwashed Generation” questo “Finer Than Sin” forse è più in grado di ammaliare anche nuovi fans e farli avvicinare al sound della band di Blue Island, Illinois.

Roby Comanducci