Apr 05



Line-up: George Lynch – guitar, Jeff Pilson - bass, keyboards and background vocals, Steve Brown – drums and background vocals, Robert Mason - lead and background vocals

Tracklist: The Rising, Blood And Money, We Walk Alone, Dark Divide, Crack The Sky, Prison Or Paradise, Plastic Heroes, Scars, Shine Your Light, Devils Playground, Born Of Fire, Destiny

Come molti di voi che seguono Cathouse sapranno io sono un rocker di vecchia scuola anche se, lo ammetto, ultimamente mi sono “aperto” a nuove sonorità e sono sempre alla ricerca del “new sound”, cosa assai rara e che capita assai di rado in questi anni nel nostro beneamato music world. Però, c'è sempre un però, io amo svisceratamente il class metal americano nato negli eighties per mano dei seminali Dokken e dietro loro centinaia di band simili o affini. Non succese spesso, adesso, di ricevere album che suonino spudoratamente “class” e che però non risultino stantii e esageratamente prevedibili e noiosi. L'altro giorno la sempre attenta Frontiers Music Srl mi ha passato una serie di album tra cui spiccava questo piccolo gioiellino, il nuovo Dokken...ops pardon....il secondo full lenght album dei The End Machine (hehehehe, nda!). Al timone troviamo l'axe hero George Lynch con il suo fidato compagno dei Dokken e mille avventure Jeff Pilson e alla batteria il fratello di Mick Brown (Dokken), Steve, che con questo album prende il suo posto dietro le pelli e alla voce Don Dokken ….ops no hehehe, bensì il bravissimo Robert Mason (Warrant, Lynch Mob). Eh si ragazzi, questa formazione praticamente sono i Dokken....senza Don! Il sound prende a piene mani dagli autori di “Back For The Attack” proseguendo la linea musicale iniziata con il primo self titled debut album uscito due anni fa. Onestamente, da grande appassionato di casa Dokken, preferisco ascoltare i The End Machine che i Dokken degli ultimi dischi come il pessimo “Return to the East live” uscito nel 2018 con un Don sfiatato e oramai senza voce e grinta. Viceversa qui siamo al cospetto di un egregio class metal come non se ne sentiva da tempo, che strizza l'occhio a lavori quali “Erase The Slate” ('99) e ancor più a “Lightning Strikes Again” (2008) senza farci rimpiangere l'ugola particolare dell'allora Don Dokken poiché il qui presente Mason la sa lunga su come ammaliare l'ascoltatore con la sua timbrica calda, avvolgente e carismatica. Dodici song tutte di ottima levatura dove però si apprezza maggiormente il lavoro d'insieme della band senza particolari funambolismi di chitarra dell' axe man George che però non perde mai l'occasione per mettere il suo sigillo con solos pregevoli come nel finale di “Prison or Paradise”. Volete capire come suona esattamente un brano class metal in puro stampo ottantiano made in USA? Ascoltatevi 'Shine Your Light', l'up tempo di 'Blood and Money' e l'ammaliante “Dark Divide” mentre echi dei glosiosi Lynch Mob fanno capolino nell'eccelsa ' Devils Playground'. Non una caduta di stile o un passo falso: un album da promuovere a pieni voti e che arricchirà la vostra collezione di dischi!

Roby Comanducci

 

 

 

Line up: Adam Rigg - lead vocals and bass player, Sam Spranger – harmonica, Nick Peck – guitars, Andrea Tremolada - drums.

Tracklist: Hold On (I'm Coming), Table By The Wall, Burn it Down, Fatman, Be Careful What You Wish For, Hurricane. Stop, The Hustler, Wandering Man, Jump, Forget, Luna Rooms

Segnalati dalla stampa come “...The UK’s most exciting modern blues artists ...” questo quartetto inglese è riuscito a partorire un album eclettico, nuovo, dedito ad un modern blues rock che fonde al suo interno tematiche southern rock, un pizzico di indie rock e anche qualcosa del british rock di ultima generazione. I nostri sono in giro dal 2017 e hanno vinto diversi premi e concorsi tra cui citerei il “Winner of the Best New Blues Band 2019 – Digital Blues Awards” e hanno supportato la loro musica con un'intensa attività live per farsi conoscere in tutto il mondo. Alla fine nel Febbraio 2021 ecco il primo parto discografico di un intero full lenght album, “Table By The Wall” uscito dall'Abbey Road studio di Londra. Dodici song di cui una cover, l'opener 'Hold On....' (by Sam & Dave) che ci fanno passare un'oretta in compagnia di un groove decisamente ammaliante e intrigante; non una caduta di tono, non un passo falso, un album da consumare tutto di un fiato, magari con una bella birra fresca oppure a palla nello stereo della vostra macchina. Come dicevo TBDBB partono alla grande col rifacimento di un classico brano soul 'Hold On (I'm Coming)' iniettandogli energia e grinta per poi seguire con la title track, un blues elettrico con un riff di chitarra che si stampa nel cervello e non va più via mentre echi settantiani li ritroviamo nella bella 'Burn it Down' energica e pulsante al punto giusto. 'Fatman' inizia con una gustosa slide guitar e si sviluppa in un hard blues dove menzione di merito va data al lavoro del bass player che poi è anche il singer, Adam Rigg. 'Be Careful What You Wish For' è un gran bel pezzo rock con tinte southern impreziosito sempre dall'armonica di Sam Spranger, vero punto focale dell'intero disco con ripetuti interventi anche in 'duetto' con l'ottimo guitar work di Nick peck. Si va avanti con 'Hurricane' altra gustosa blues song ma è con la stupenda ed originale 'Stop' che i nostri raggiungono il top dell'intero lavoro. Una canzone che prende a piene mani dal british rock, lo fonde col blues con un arrangiamento se vogliamo anche 'radiofonico' per un risultato di modern rock di alta classe e qualità. Commerciale ed energico in egual misura, riesce a conficcarsi nella testa e il ritornello lo canterete per tutto il resto della gioranata. Atmosfere più 'torride' e sudate da blues rock settantiano tornano in 'The Hustler' impreziosito da un lavoro di armonica sontuoso e un guitar solo che parte rimembrando i mitici Zeppelin per poi svilupparsi in un crescendo di eufonie. Proseguiamo con un rock blues di egregia fattura su 'Wandering Man' per poi trovarci la sorpresa di 'Jump'; la song parte con un giro di chitarra identico a “La Grange” dei Texani ZZ Top per poi cambiare e “spararci” oltre tre minuti di boogie hard blues che vi faranno saltare sulla sedia. Più lenta e tendente a uno slow blues è 'Forget' anche se nel suo incedere si fa più grintosa coadiuvata da una sezione ritmica dirompente e un lungo solo in duetto tra armonica e chitarra nella parte centrale del pezzo. Da segnalare anche l'ottima interpretazione vocale di Adam. Chiude questo album 'Luna Rooms' dall'inizio lento e ammaliante che fa sognare ad occhi aperti ma che però ad un certo momento, quasi al secondo minuto, si galvanizza in un rock'n'roll veloce e pompato, gioia e gaudio per ogni rockers che si rispetti. Questo “Table By The Wall” è sicuramente uno dei migliori album ascoltati in questo inizio d'anno. Dovete assolutamente procurarvelo!

Roby Comanducci

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