Line up: Joe Bonamassa – guitars. The Sleep Eazys band includes: Anton Fig - percussion, Michael Rhodes, bass, Reese Wynans – keyboards, Lee Thornburg – trumpet, Paulie Cerra - saxophone, Jade MacRae and Juanita Tippins on background vocals. Others musicians: Jimmy Hall harmonica and multi-instrumentalist John Jorgenson.

Tracklist: Fun House (Danny Gatton), Move (Hank Garland), Ace Of Spades (Link Wray), Ha So (Jimmy Bryant), Hawaiian Eye, Bond (On Her Majesty’s Secret Service)(John Barry), Polk Salad Annie ( Tony Joe White), Blue Nocturne (King Curtis), It Was A Very Good Year ( Frank Sinatra)

E bravo Joe! Il qui presente virtuoso lo seguo da tanti anni ed ho avuto anche il “piacere” di intervistarlo (tra virgolette poiché si atteggiò un po' troppo da star...nda) un bel pò di anni fa nel periodo di militanza con Flash magazine. Il quarantenne è da sempre stato un piccolo genio ed era (e lo è ancora adesso) considerato come una delle ultime leve, uno dei nastri nascenti del firmamento hard/blues mondiale. Ovviamente questo ai suoi esordi su disco nel 2000 con l'impressionante lavoro “A New Day Yesterday” e ricordiamoci che in età adolescenziale partecipò ad un tour con nientepopodimeno che B.B. King (aveva circa 12 anni ...); un vero prodigio, cresciuto col verbo di BB King, S.R. Vaughan, ma anche coi maestri inglesi quali Jeff Beck, Gary Moore, Page, Gallagher. Adesso è divenuto un vero punto fermo per milioni di appassionati di rock, blues e dei suoi funambolismi con la sei corde. Se non erro questo è il suo diciottesimo album in studio, senza contare altrettanti live album e cinque lavori coi Black Country Communion. Bene, veniamo al dunque e apprestiamoci a scrivere di questa sua nuova fatica blues rock con la partecipazione dell'eccezionale The Sleep Eazys band che, tra l'altro, sono musicisti che lo accompagnano durante i suoi live tour. Diciamo subito che il suddetto album è un tributo al suo mentore musicale scomparso, Danny Gatton (chitarrista rock blues, country rock, rockabilly) ed infatti il disco parte con la cover di una sua canzone 'Fun House' che ci delizia con una superba sezione di fiati sempre accompagnata dalla sei corde del buon Joe. In tutte le tracce presenti (tutte cover) si mischiano mille influenze; dal blues al rock, dal jazz al beat con qualche accenno anni '60 in alcuni passaggi, da funambolici solos di chitarra a passaggi soft da club fumoso e buio di San Francisco. Un'altra stupenda cover di Hank Garland è la successiva 'Move' che parte con la linea musicale di un siparietto da cabaret per poi, su una base ritmica fusion, sviluppare un guitar work da cardiopalma; e se vogliamo la lode va data alla sezione ritmica che addirittura ci delizia con un drum solo di chiaro stampo jazz. Superba. 'Ace of Spades' riporta il nostro su stilemi prettamente rock anzi quasi 'garage' per questa cover di Link Wray, con un ottimo fraseggio di chitarra e un ritornello sicuramente degno dell'epopea del beat più “selvaggio”. 'Ha So' cover di Jimmy Bryant inizia con un particolarissimo giro di chitarra e si sviluppa in un rock blues ammaliante e ruffiano. La successiva ' Hawaiian Eye' è un rifacimento della colonna sonora di una serie tv dove Bonamassa ci delizia con una genialità straordinaria; unisce momenti di vigoroso guitar blues con passaggi lenti ed atmosfere da piano bar soavi e zuccherose. Grande, anche in questo brano, l'apporto della sezione fiati. Stupendo il lavoro fatto dal nostro nella cover di John Barry’s 1969 James Bond theme 'Bond (On Her Majesty’s Secret Service)', come anche del gaudioso rock blues di King Curtis 'Blue Nocturne' per poi finire con una rielaborazione di un classico lento di Frank Sinatra e Gordon Jenkins 'It Was A Very Good Year' eseguito maestosamente....da far venire la “pelle d'oca”. Un album che, pur non contenendo tracce originali, ci delizia con una esecuzione superba di cover song di artisti storici qui omaggiati da un autentico genio della chitarra. Grande disco!

Roby Comanducci

Ago 31

IN THIS MOMENT 'Mother'

Written by

 

 

Line up: Maria Brink – vocals, piano, Chris Howorth – lead guitars, chorus, Randy Weitzel – rhythm guitars, chorus, Travis Johnson – bass, chorus, Kent Diimmel – drums.
Guest musicians: Lzzy Hale ( Halestorm) – vocals on track 6, Taylor Momsen (The Pretty Reckless) – vocals on track 6, Joe Cotela ( Ded) – vocals on track 12

Tracklist: The Beginning (interlude), Fly Like An Eagle, The Red Crusade (interlude), The In-Between, Legacy, We Will Rock You (feat. Maria Brink, Lzzy Hale, Taylor Momsen), Mother, As Above So Below, Born In Flames, God Is She, Holy Man, Hunting Grounds (feat. Joe Cotela), Lay Me Down, Into Dust

Album sicuramente anomalo in questa sezione recensioni per quanto concerne gli stilemi musicali di questa band amaricana ma, come avrete letto nel mio profilo facebook, il Cathouse si occupa sì della rivitalizzazione del rock'n'roll ma anche, quindi, della valorizzazione di produzioni che, anche se un po distanti stilisticamente, valgono la pena di essere recensite. E questo è proprio il caso che calza a pennello. La band dell'avvenente Playmate, femme fatale e intrigante Maria Brink è dedita ad un rock alternative a tinte metalcore ed industrial con però soventi passaggi elettronici e d'atmosfera che, coadiuvati dalla bella e potente voce della singer, la dicono lunga sulla bravura dei nostri. Nati a Los Angeles nel 2005 questo “Mother” è il settimo album e, a mia insaputa poiché non li conoscevo benissimo, il loro sound mi ha letteralmente stregato. Maria ha una voce a tratti growl (poco) e per la maggiore pulita ed iniettata di potenza primordiale ma anche capace di farsi valere su temi pop-elettronici. E' assurdo il sound di questo album perché non è il solito gruppo con la voce femminile dedito magari ad un prog metal sinfonico; qui si toccano rock, elettronica, crossover, industrial con una semplicità disarmante e un'eufonia ed anche “commerciabilità” se vogliamo superlativa. L'album parte con un intro è la bellissima cover “Fly Like An Eagle” di Steve Miller che qui viene ri-arrangiata e resa sicuramente più pulsante ed ammaliante merito anche di un'interpretazione vocale della Brink sopra le righe. Un altro interludio e si riparte con 'The In-Between' dove l'elettronica la fa da padrone per creare un'atmosfera rarefatta sulla quale poi si carica un potente guitar work compresso e saturo al punto giusto che sfocia in rabbia controllata ma di chiaro stampo industrial. Stupenda è la lenta 'Legacy' che coi suoi sampler/effetti elettronici di base crea una magia sulla quale si inserisce il guitar work e una sezione ritmica pulsante ma, soprattutto, la voce fantastica della cantante. Arriva il momento della seconda cover 'We Will Rock You' (Queen) resa molto alternative con innesti elettronici (merito di Lzzy Hale, Taylor Momsen, nda) ma con un risultato finale più che discreto. La title track è un altro esempio di come anche un genere come questo riesca a pulsare di eufonie ed atmosfere ridondanti pathos e carattere. Stupenda. Si torna più cattivi con l'intrigante 'As Above So Below' mentre si calmano gli animi con la melodica, ipnotica ed ammaliante 'Born In Flames', altro piccolo gioiello di questo full lenght album. Segue una coppia di eccellenti song 'God Is She' e 'Holy Man' per arrivare al crossover a due voci featuring Joe Cotela della dirompente 'Hunting Grounds '. La penultima 'Lay Me Down' è un heavy rock ri-arrangiato con una punta di pop elettronico e un pizzico di White Zombie. Chiude il disco la cover “Into Dust” di Mazzy Star, lento eseguito al piano che regala una ulteriore sublime interpretazione vocale della bella e brava Maria. Sono rimasto indubbiamente colpito: questo è un disco da avere assolutamente a prescindere dai gusti personali, un album che potrei inserire in una mia ipotetica top ten dei dischi di questo nuovo 2020. Eccelso!

Roby Comanducci