Line up: Maria Brink – vocals, piano, Chris Howorth – lead guitars, chorus, Randy Weitzel – rhythm guitars, chorus, Travis Johnson – bass, chorus, Kent Diimmel – drums.
Guest musicians: Lzzy Hale ( Halestorm) – vocals on track 6, Taylor Momsen (The Pretty Reckless) – vocals on track 6, Joe Cotela ( Ded) – vocals on track 12
Tracklist: The Beginning (interlude), Fly Like An Eagle, The Red Crusade (interlude), The In-Between, Legacy, We Will Rock You (feat. Maria Brink, Lzzy Hale, Taylor Momsen), Mother, As Above So Below, Born In Flames, God Is She, Holy Man, Hunting Grounds (feat. Joe Cotela), Lay Me Down, Into Dust
Album sicuramente anomalo in questa sezione recensioni per quanto concerne gli stilemi musicali di questa band amaricana ma, come avrete letto nel mio profilo facebook, il Cathouse si occupa sì della rivitalizzazione del rock'n'roll ma anche, quindi, della valorizzazione di produzioni che, anche se un po distanti stilisticamente, valgono la pena di essere recensite. E questo è proprio il caso che calza a pennello. La band dell'avvenente Playmate, femme fatale e intrigante Maria Brink è dedita ad un rock alternative a tinte metalcore ed industrial con però soventi passaggi elettronici e d'atmosfera che, coadiuvati dalla bella e potente voce della singer, la dicono lunga sulla bravura dei nostri. Nati a Los Angeles nel 2005 questo “Mother” è il settimo album e, a mia insaputa poiché non li conoscevo benissimo, il loro sound mi ha letteralmente stregato. Maria ha una voce a tratti growl (poco) e per la maggiore pulita ed iniettata di potenza primordiale ma anche capace di farsi valere su temi pop-elettronici. E' assurdo il sound di questo album perché non è il solito gruppo con la voce femminile dedito magari ad un prog metal sinfonico; qui si toccano rock, elettronica, crossover, industrial con una semplicità disarmante e un'eufonia ed anche “commerciabilità” se vogliamo superlativa. L'album parte con un intro è la bellissima cover “Fly Like An Eagle” di Steve Miller che qui viene ri-arrangiata e resa sicuramente più pulsante ed ammaliante merito anche di un'interpretazione vocale della Brink sopra le righe. Un altro interludio e si riparte con 'The In-Between' dove l'elettronica la fa da padrone per creare un'atmosfera rarefatta sulla quale poi si carica un potente guitar work compresso e saturo al punto giusto che sfocia in rabbia controllata ma di chiaro stampo industrial. Stupenda è la lenta 'Legacy' che coi suoi sampler/effetti elettronici di base crea una magia sulla quale si inserisce il guitar work e una sezione ritmica pulsante ma, soprattutto, la voce fantastica della cantante. Arriva il momento della seconda cover 'We Will Rock You' (Queen) resa molto alternative con innesti elettronici (merito di Lzzy Hale, Taylor Momsen, nda) ma con un risultato finale più che discreto. La title track è un altro esempio di come anche un genere come questo riesca a pulsare di eufonie ed atmosfere ridondanti pathos e carattere. Stupenda. Si torna più cattivi con l'intrigante 'As Above So Below' mentre si calmano gli animi con la melodica, ipnotica ed ammaliante 'Born In Flames', altro piccolo gioiello di questo full lenght album. Segue una coppia di eccellenti song 'God Is She' e 'Holy Man' per arrivare al crossover a due voci featuring Joe Cotela della dirompente 'Hunting Grounds '. La penultima 'Lay Me Down' è un heavy rock ri-arrangiato con una punta di pop elettronico e un pizzico di White Zombie. Chiude il disco la cover “Into Dust” di Mazzy Star, lento eseguito al piano che regala una ulteriore sublime interpretazione vocale della bella e brava Maria. Sono rimasto indubbiamente colpito: questo è un disco da avere assolutamente a prescindere dai gusti personali, un album che potrei inserire in una mia ipotetica top ten dei dischi di questo nuovo 2020. Eccelso!
Roby Comanducci