Line up: Ian Parry – vocals, Patrick Rondat – guitar, Stephan Lill – guitar, Jeroen Van Der Wiel – keyboards, Casey Grillo – drums, Imre Daun – drums, Barend Courbois - bass

Tracklist: Spaceman, Travellers (Across The Unknown Universe), 3. In Flagrante Delicto, Fool’S Paradise, Impulse, Ingenious, Wish, Fly, The Day We Stop Dreaming, So Far So Good

Veramente carino ed interessante questo nuovissimo “In Flagrante Delicto”, quinto full lenght album dell'olandese singer Ian Parry (Kamelot, Elegy and more) che ci regala una serie di tracce in bilico tra l'hard rock, il pomp e un pizzico di progressive; sembra di ascoltare il bellissimo “Sleepwalking” dei mitici Magnum, band a cui questo album deve molto in quanto a struttura/sound/musicalità di base ma, precisiamolo, non c'è traccia di banali plagi bensì siamo al cospetto di un disco originalissimo, che ricorda certe sonorità ma vive di luce propria. Oltre alla bellissima ugola del leader vorrei farvi notare la presenza di un grande guitar hero, Patrick Rondat, autore di eccelsi album solisti ma questa volta dedito alla causa di questo album. Da segnalare anche l'ottima sezione ritmica e il pregevole keyboards sound del bravo Jeroen Van Der Wiel che contribuisce non poco al pathos e alla pomposità di tutte le tracce presenti. Si parte alla grande con 'Spaceman' dove il keys sound la fa da padrone e tesse una linea armonica fantastica mentre un corposo hard rock ci viene presentato nella successiva 'Travellers (Across The Unknown Universe)' e quindi la title track che, onestamente, varrebbe quasi da sola l'acquisto del disco. Iniziano synth e tastiere per dare un mood quasi pop che però viene iniettato da un potente riff di chitarra per poi far partire la song verso un pompous rock quasi epico nel suo incedere, stupenda! Un altro ruggente riff di chitarra apre 'Fool's Paradise' che poi si sviluppa in un altro ottimo brano rock, potente ma anche commerciale al punto giusto. 'Impulse' continua a farci sognare sempre sulle linee di un pomp rock che riesce a miscelare tanta melodia con un guitar work sopraffino. Non voglio dilungarmi oltre poiché tutto l'album è su un elevato livello qualitativo/compositivo e soprattutto sarà capace di farvi trascorrere un'oretta di puro gaudio musicale. Ottimo lavoro!

Roby Comanducci

Ago 30

 

 

Line up: Andy Powell – vocals and guitars, Mark Abrahams – guitars, Bob Skeat – bass, vocals, Joe Crabtree – drums.

Tracklist: We stand as one, Coat of arms, Empty man, Floreana, Drive, It’s only you I see, Too cool for ac, Back in the day, Deja vu, When the love is shared, Personal Halloween,

Anche se purtroppo con un po’ di ritardo non me la sentivo proprio di esimermi dal recensire l’ultima fatica dei britannici Wishbone Ash, storicissimo nome dell’Hard Rock di oltremanica attivi da più di cinque decenni, band che purtroppo non ha mai sfondato a livello di successo mainstream ma che resta comunque un’icona notevole nel suo ambito, e che ci regala in questa primavera il loro 23° disco in studio. Lo stile della band è evoluto a mio modo di vedere con una certa attenzione alla cura delle sonorità il più moderna possibile, ma resta ben riconoscibile con le sue influenze che dal blues e dal country vanno all’hard rock di inizio 70s e prosegue incorporando contaminazioni progressive e un gusto per l’effettistica di atmosfera decisamente ben riuscito. Il disco si intitola “Coat of Arms” e si presenta con una grafica affine a sound più epici e metal, ma come detto il contenuto è ampiamente nello stile della band, nonostante la nota diaspora dei componenti. Il riffing settantiano e la voce perfettamente armonizzata si sposano, dandoci una notevole serie di song melodiche ma non banali, con divagazioni blueaseggianti, un tocco di atmosfera “easy living”, e una buona prestazione vocale, attestata sulle note bassa e su uno stile che sembra tendere a sussurrare all’ascoltatore sopra la notevole piattaforma ritmica creata dalla band; in tal senso la recente aggiunta alla seconda chitarra di Mark Abrahams sembra aver effettivamente dato estro creativo e aiutato nella fase creativa, come si capisce dal coinvolgimento che ascolto dopo ascolto dà il disco. A tratti la produzione sembra leggermente sporca, forse nelle prime tracks più di tiro, ma si risolve in un ottimo lavoro dove la qualità del suono è ottima e rende l’ascolto un vero piacere (penso alla quasi conclusiva Deja-Vu). Devo dire, personalmente, che dopo l’inizio molto “hard” il finale dove le molteplici influenze e soprattutto il gusto dell’improvvisazione blues si fanno più sentire è decisamente accattivante, e probabilmente è la parte che meglio reinterpreta il classico stile Wishbone Ash. Pur non suonando forse un genere così tipicamente da “live” sono davvero dispiaciuto, in questa fase forse un po’ di stanca del rock melodico, di non poter sapere quando potremo provare dal vivo le capacità di questa nuova incarnazione dei Wishbone Ash. Un acquisto comunque molto consigliato.

Nikki