Gen 01

 


Line up: Glenn Hughes - vocals and bass, Doug Aldrich - lead guitar, David Lowy - rhythm guitar, Deen Castronovo – drums.

Tracklist: Holy Ground (Shake The Memory), Like No Other (Bassline), Come Alive, Bustle And Flow, My Fate, Chosen And Justified, Saving Grace, Unspoken, 30 Days In The Hole, RighteousDays, Far Away.

Eccolo, è arrivato finalmente il nuovo capitolo della saga di questa all stars band, i 'Daisies, in auge dal 2012 che ha annoverato una folta schiera di eccelsi musicisti e cantanti dove l'unico membro fisso è da sempre stato il fondatore e chitarrista David Lowy. Dopo l'esordio con Jon Stevens e poi il periodo con il bravo Corabi ecco il turno nientepopodimeno che Mr. “The Voice” Glenn Hughes!!! Eh si ragazzi, lo zio Glenn dall'alto (beh non molto visto la sua fisicità hehehe....nda) del suo immenso background e ancora baciato dalla Dea Fortuna delle corde vocali, si appresta a deliziarci coi suoi vocalizzi e il suo eccelso bass working, sicuramente la ciliegina sulla torta che, forse, prima era mancata nelle precedenti line up. I nostri escono quindi col loro quinto full lenght album che non lesina in quanto ad energia e potenza e ci dimostra come un sound direttamente derivativo dai seventies possa, con le tecnologie attuali e un arrangiamento attuale e moderno, ancora annichilire qualsiasi detrattore del sano ed incontaminato hard rock. Perchè di true hard sound è formato questo splendido “Holy Ground” e sembra voler sfidare qualsiasi produzione o band dell'ultima ora per dimostrare che il rock vero, sudato e suonato con maestria non tramonterà mai. In assoluto menzione d'onore per la pulsante 'Like No Other (Bassline)' dove uno stratosferico Hughes da una lezione a vocalist vari e soprattutto esegue per tutta la durata della song un poderoso bass working da antologia. Coadiuvato poi da quella 'macchina umana' che risponde al nome di Castronovo dietro le 'pelli' capirete su quale livello si attesta questo “Holy Ground” in quanto a sezione ritmica e pulsante adrenalina. Non c'è una song sottotono in questo disco e le due chitarre, quella solista di Aldrich accmpagnata dalla fedele ritmica di Lowy cesellano riff e un guitar work corposo e 'compresso' al punto giusto. Non riesco ad estrapolare (eccetto la già menzionata 'Like no Other...') una o più canzoni, l'album è da ascoltare tutto d'un fiato e vi assicuro che alla fine ripartirete ad ascoltarlo immediatamente!

Roby Comanducci

Gen 02

Line-up: Jeff Scott Soto - lead vocals, Erik Martensson - all rhythm guitar, some lead guitar, backing vocals & keyboards, Robert Säll - keys and guitar, Magnus Henriksson - lead guitar, Andreas Passmark - bass guitar, Robban Bäck – drums

Tracklist: Big Boys Don't Cry, The Moment Of Truth, The Call Of The Wild, Got To Be About Love, Beautiful Game, How Far To Babylonl, Coming Home, What Are You Waiting For, You Better Believe It, How Do I Know, One Final Kiss

In assoluto uno dei talenti musicali più longevi del nostro beneamato settore hard&heavy. Mr. Soto c'è dal lontano 1982 ed ancora oggi a 55 anni ci fa letteralmente godere ad ogni sua uscita discografica. Il nostro ha una discografia da “paura”, sforna dischi in continuazione altalenandoli tra il suo progetto solista a suo nome, i Talisman, i WET, i Sons of Apollo e mille collaborazioni e apparizioni con tantissimi artisti. Ultimo è stato il suo lavoro “Wide Awake (In My Dreamland)” recensito dal nostro Nikki che ne ha lodato le caratteristiche e spiegato le peculiarità, ed ora eccolo ritornare con i WET per questo quarto full lenght album “Retransmission” con la line up originale sin dall'esordio targato 2009. Il risultato? Una autentica bomba! Con questa formazione poi il nostro suona un hard rock corposo ed energico che si avviluppa su un potente e roccioso guitar work e si stempera con l'arrangiamento delle keyboards deliziandoci nella sua pomposità finale. Non mi capacito come Jeff dopo tantissimi anni riesca ancora a stupirci per la freschezza di molte sue composizioni e la sua classe che non perde un colpo da decenni, ci sono band che già al secondo disco navigano nel mare della ripetitività!! Ma qui siamo al cospetto di un singer e frontman di alta classe che anche in questo “Retransmission” ci tiene incollati all'ascolto e ci galvanizza per una buona oretta. Undici song senza una caduta di tono, tutte degne di nota; non una sbavatura, un passo falso, niente. In ogni caso su tutte cito il tris di gioielli: 'The Call of The Wild', 'How Far to Babylon' e 'Beautiful Game' che da sole valgono l'acquisto di “Retransmittion”. Non perdetevelo, acquisto straconsigliato!

Roby Comanducci