Roberto

Roberto

Lug 05

BLACK SWAN "Shake The World"

 

 

Line-up: Robin McAuley- Lead Vocals and Background Vocals, Reb Beach- Guitars and Background Vocals, Jeff Pilson- Bass, Acoustic Guitar, Keys and Background Vocals, Matt Starr- Drums and Percussion

Tracklist: Shake The World, Big Disaster, Johnny Came Marching, Immortal Souls, Make It There, Dhe's On To Us, The Rock That Rolled away, Long Road to Nowhere, Sacred Place, Unless we Change, Divided_United

Eh va beh.....quando quattro super elementi del rock world mondiale si uniscono cosa ne può scaturire fuori? Una piccola chicca! Ecco quindi il buon e bravo McAuley (che tanto ci ha regalato con i mitici MSG) che si accompagna ad altrettanti lodevoli heroes ottantiani quali Mr. Pilson, (ex Dokken & more...), Mr. Beach, funambolico axe hero già alla corte di Whitesnake e Winger e Mr. Starr (Ace Frehley, Mr.Big). Un quartetto di tutto rispetto che ci delizia con questo debut 'Shake The World” dall'odore spudoratamente eighties!!!!! Il sound prende a piene mani da quel memorabile decennio con l'unica differenza nella produzione sicuramente degna del nostro tempo. Echi di Whitesnake, Dokken, Foreigner, Msg si percepiscono ad ogni traccia ma riusciamo comunque a dare dignità ad un prodotto che non risulta una mera copia carbone del passato. Per rimarene cullati in quel periodo basta ascoltare la melodica 'Make it There' che ringrazia Coverdale et family, ma il disco è sicuramente hard oriented e oltre al bel lento appena menzionato abbiamo prove di sano hard rock americano come l'up tempo veloce dell'opener 'Shake the World' oppure la bella sequenza di armonici che fanno partire 'Long Road to Nowhere' song dal vasto airplay e d'effetto. Cadenzata e rocciosa è 'Big Disaster' mentre archi/violini aprono dolcemente 'Unless we Change' che si trasforma subito in una poderosa hard rock song. Insomma amici, qui ne avete ben donde per distrarvi, galvanizzarvi e caricarvi. Fate vostro questo bel dischetto!

Roby Comanducci

Lug 10

THE BRIGHTEST ROOM “Run”

 

 

Line up: Valo – vocals & guitar, Adriano - guitar & chorus, Vinavil – bass, Silvana – drums

Tracklist: Pleasure, Centralia, Truffaut, Box, Crabs, Barbie, Run, Neptune, Blues, Beach, Squeeze, Somewhere, Away, Rain

Ogni tanto noi del Cathouse ci imbattiamo in prodotti che pur non essendo parte integrante del mondo hard&heavy vivono di luce propria e sono così interessanti ed accattivanti che, sicuramente, anche i nostri amici che ci leggono potranno rimanerne sorpresi. Non sempre un disco per avere il giusto quid emozionale deve suonare rock duro, metal o glam....si trovano spesso, come nel caso dei milanesi qui presenti, band dedite a sonorità un poco distanti ma di indubbio interesse. Anzi. I The Brightest Room non sono poi così lontani dal nostro mondo poiché il rock aleggia comunque tra le note delle canzoni solo che il quartetto ci delizia non con schitarrate e riff corrosivi, non con up tempo veloci o coretti maliziosi e ritornelli sleaze, bensì con un giusto e calibrato merge di beat e rock'n'roll di chiara matrice anni '60 e non disdegna richiami a certo postpunk e la scena indie dei mitici e famigerati eighties. Ecco, avrete quindi capito bene che Mr. Valo & Company non scherzano poiché gli stili appena menzionati sono tutto fuorchè banali e, a dirla tutta, sono pregni di sonorità spensierate, fun e positività. Questo loro secondo album (il primo “Exit” risale al 2017) è autoprodotto ma distribuito da Audioglobe ed il lavoro in fase di mixaggio, registrazione e produzione è di assoluto livello; molte band straniere stentano ad arrivare a certi risultati, credetemi. Ben quattordici canzoni senza nessuna cover, tutta “farina del loro sacco” e qui c'è l'imbarazzo della scelta essendo tutte le song di elevata caratura. Molto carino il fraseggio iniziale di chitarra che poi accompagnerà tutta la song 'Pleasure', ti rimane conficcato nel cervello e non lo dimentichi più. L'anima del beat più malizioso la troviamo in 'Run', 'Away' e soprattutto la bellissima 'Neptune' mentre percepisco atmosfere Tarantiniane sulla seconda traccia 'Centralia'. Un altro brano catchy e frizzante è 'Barbie' e vi assicuro che lo canticchierete per tutta la settimana. Ho avuto la fortuna di vedere questa band dal vivo e sono bravi riuscendo a trasportare quanto di buono inciso in studio dal vivo su un palco. Un disco da avere assolutamente per distravi, per rilassare la mente e godere di un sound sapientemente maturo ma energicamente spensierato e allegro. Bravi. Contatti & info - website

Roby Comanducci

Lug 13

OZZY OSBOURNE “Ordinary Man”

 

 

Line up: Ozzy Osbourne – vocals, Andrew Watt – guitars & production, Duff McKagan – bass, Chad Smith – drums. Slash – guitar (tracks 1, 4), Charlie Puth – keyboards (track 1), Elton John – piano and co-lead vocals (track 4), Tom Morello – guitar (track 8), Post Malone – co-lead vocals (track 10, 11)

Tracklist: Straight To Hell, All My Life, Goodbye, Ordinary Man (feat. Elton John), Under The Graveyard, Eat Me, Today Is The End, Scary Little Green Men, Holy For Tonight, It’s A Raid (feat Post Malone), Take What You Want (Post Malone feat. Ozzy Osbourne & Travis Scott)

Ed eccoci qua a parlare del Madman, di colui che ha fatto della sua pazzia (in)controllata e del suo carisma il suo vero marchio di fabbrica. La voce dei Black Sabbath (non dimentichiamoci però la bellissima era RJDio, nda!!!!), la lunghissima carriera solista e le mille collaborazioni. Il nostro è stato un autentico talent scout per eroi della sei corde incommensurabili quali il grande Randy Rhoads, ma poi anche Jake E. Lee o il possente Zakk Wilde! Parlare di Ozzy per chi, come il sottoscritto, l'ha visto nei famigerati anni ottanta al suo culmine fa venire un po' la lacrimuccia; eh si, questo disco -tra l'altro- esce quasi in concomitanza con la comunicazione al pubblico della sua malattia, il Parkinson (col quale comunque ci convive già da anni) ed inoltre all'annuncio della sospensione del tour nordamericano. Tantè.... meglio non disperarci altrimenti rischiamo di annacquare la suddetta recensione in preda a commozioni varie. Venendo al disco diciamo subito che sono ben dieci anni che il signorino ci fa aspettare, dal periodo del penultimo “Scream” targato 2010. Curiosità che salta subito all'occhio, non c'è in line up il fedele Zakk, bensì il chitarrista Andrew Watt che contribuisce non poco anche in fase di produzione del disco e trattasi del guitar player del rapper Post Malone che ha collaborato e cantato in questo album. Al basso troviamo una stella di prima grandezza Mr. Duff McKagan (devo dirvi chi è ?????) e alla batteria Chad Smith in forza ai RHCP. Inoltre una nutrita schiera di ospiti dove svetta su tutti il Re del pop Elton John che ha contribuito ad arrangiare e suonare/cantare la title track, ma anche un certo Slash, Tom Morello & more. Il disco dopo i primi ascolti è da considerarsi positivamente accattivamente. Ozzy, probabilmente, ha le basi tutte sovraincise ed effettate, il nostro singer non canta così dai tempi di “The Ultimate Sin” ehm... però va bene così, l'importante è ascoltare il prodotto che il buon Osbourne vuole regalarci. “The Ordinary Man” trattasi quindi di un onesto e lineare disco di heavy classico con le consuete puntate verso toni medi e melodici che da sempre hanno fatto la fortuna di questo artista. Si uniscono ballad strappalacrime come la title track col duetto di Elton ed il solo finale di Slash, a momenti di possente heavy rock quali l'opener 'Straight To Hell', la furia speed della corrosiva 'It’s A Raid' featuring Mr. Post Malone. Interessante l'alternanza tra momenti lenti e riprese veloci con un guitar work assassino su 'Goodbye' e l'ammaliante ' Under The Graveyard' che parte melodica per svilupparsi in un cresecndo di heavy rock coadiuvato -anche qui- dall'ottimo lavoro del guitar player Watt. Oltre alla già menzionata ballad 'The Ordinary Man' troviamo anche ' Holy For Tonight' e la conclusiva 'Take What You Want' dove il rapper Malone fa il suo mestiere e ci riesce bene impreziosendo una canzone già di per se stessa evocativa e ricca di pathos. In definitiva un bel disco, non un capolavoro ma sicuramente un lavoro in studio che saprà regalarvi diverse emozioni.

Roby Comanducci

Lug 15

THE COSMICS “Aikron!”

 

 

Line up: Cosmic Serge - guitar and vocals (Tribal Bops, The Starliters), Cosmic Frank - drums and vocals (The Starliters), Cosmic Pepper - keyboards and vocals (The Coiche, B.E.S.T.), Cosmic Valo - Bass (Impulsive Youth,The Brightest Room)

Tracklist: Cocktail man, Cheater Baby*, Largo Swims, Go Go World, Laura, Joe 90*, Space Invaders, Viva Las Vegas*.

Sembra di rivivere in un'atmosfera retro-futurista, quei momenti epici che caratterizzarono i sixties con le donne dai vestiti a tubino le mini supersoniche e la moda, lo stile insomma, un mondo a se....che sarebbe bello poter rivivere. Con questo album nuovo di zecca dei bravi The Cosmics riusciamo in tutto questo; i nostri amici lombardi non sono di primo pelo anzi, il progetto nacque nel 1997 in occasione della prima edition delle “Iene” su Italia Uno per cui i nostri scrissero l'intera colonna sonora. Però, nonostante molte esibizioni live il full lengh album, il primo vero disco esce solo adesso. Ma se dovevamo aspettare tanto tempo allora abbiamo fatto strabene. Un disco che ammalia nei suoi suoni che sembrano tratti da B movies sessantiani, atmosfere beat, rock'n'roll '50, extraterrestri navicelle spaziali e tanto divertimento. Molto originale il sound di questo quartetto, non si riesce a tenere il 'piedino fermo' poiché la voglia di lasciarsi andare a qualche ballo sfrenato sorge per ogni traccia. In tutte le song (eccetto due delle tre cover) non c'è un vero e proprio cantato ma a tratti frasi filtrate, ripetute come annunci e avvisi....originalissimo. La musica la fa da padrone e gli otto brani di cui tre cover (una del King Elvis.....'Viva Las Vegas') ed una bossanova 'Laura' che poteva benissmo far parte di un momento “soft” di qualche 007 d'annata sono da lodare. Tutti ottimi strumentisti i nostri, tra cui troviamo una nostra conoscenza, Cosmic Valo, leader vocalist e chitarra dei The Brightest Room (andate a leggervi la mia recensione del loro bello e nuovissimo album “Run”) qui però in veste di bassista. Due brani su tutti danno l'idea di questo grande lavoro e trattasi di 'Space Invaders' e ' Largo Swims', non potete lasciarvi scappare questo piccolo gioiellino di grande musica. Vi assicuro che una volta inserito nel lettore cd ce lo lascerete per molto tempo!!!! Per info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. -   Facebook

Roby Comanducci

Lug 22

CONFESS “Burn 'em All”

 

 

Line up: John Elliot – vocals, Blomman – guitar, Pontus – guitar, Ludwig – bass, Sam Samael - drums

Tracklist: So What?, Malleus, Welcome Insanity, A Beautiful Mind, Heresy, Burn 'em All, Is It Love, My Vicious Way, 509, Prominence, One For The Road

Si fa un gran parlare per questo combo svedese di sleaze rockers che, con questo disco, è al quarto full lenght album. Si vanno ad inserire quindi nel “nuovo” filone sleaze-glam che in questi ultimi anni ci sta dando discrete soddisfazioni. Non li conoscevo benissimo, lo ammetto, ma è bastato poco per capire bene la loro linea ed il loro potenziale commerciale. Il sound è un mix tra Crazy Lixx, qualcosa dei Crashdiet e, nei momenti più hard, gli Skid Row. Formazione a cinque con due axe men (forse anche esagerato per il genere) che ci servono pregevoli riff e un guitar work sicuramente valido. Da vecchio glamster non posso che apprezzare queste uscite discografiche soprattutto se, come nel caso dei Confess, trattasi di un prodottino carino ed originale; ovviamente, preciso, non stiamo gridando al miracolo, ma i cinque ragazzi in questoione ci sanno fare. Soprattutto nelle song più street metal oriented quali la veloce title track, vero martello in quanto ad energia e potenza. Notevole la forza punkeggiante della corrosiva '509' mentre la chiara scuola sleze-steet rock compare in song ammalianti come 'So What?', 'My Vicious Way', 'Malleus' rimembra invece qualcosina dei grandi Skid Row, e 'A Beautiful Mind' è cadenzata e cattiva al punto giusto. Ci sono anche momenti più “commerciali” o easy (ma mai banali o sempliciotti, attenzione!) come 'Is It Love' o 'Welcome Insanity' che si fanno apprezzare e canticchiare con piacere. L'album si chiude in bellezza con una vera arena-song, 'One for The Road' da cantare a squarciagola durante i loro live act (ma anche nel vostro salotto se vorrete...hehe). Bravi, acquisto consigliato a tutti gli amanti del buon rock'n'roll! https://www.facebook.com/confessofsweden - http://www.confess.se

Roby Comanducci